Corriere 3.4.16
Petrolio, saranno sentite Guidi e Boschi
La Procura: «Gemelli va arrestato»
I magistrati di Potenza valutano il disastro ambientale. E scatta il ricorso sul fermo negato
di Virginia Piccolillo
POTENZA
Gli interrogatori cominceranno domani a Potenza. Per l’inchiesta sul
business del petrolio in Lucania ormai divisa in vari tronconi. Il primo
riguarda lo scambio di favori che incastra Gianluca Gemelli, il
compagno dell’ex ministra Federica Guidi, che i pubblici ministeri Laura
Triassi e Francesco Biasentini vorrebbero ancora agli arresti:
presenteranno ricorso contro la decisione del gip che non glieli ha
concessi. I magistrati infatti ipotizzano un ruolo di primo piano per
l’ex presidente dei giovani di Confindustria di Augusta, che spendeva il
nome della sua partner, e le sue informazioni, per l’ingresso in pompa
magna nel salotto degli affari legati all’oro nero della Basilicata, il
giacimento più grande d’Europa e destinato ad implementarsi grazie allo
sblocco delle autorizzazioni.
I magistrati vogliono sentire al più
presto anche l’ex ministra per quella intercettazione in cui lei
annuncia a Gemelli l’emendamento allo sblocca-Italia, riferendo che ne
era al corrente anche la collega per le Riforme, Maria Elena Boschi.
Federica Guidi, in una lettera al Corriere , ha assicurato di non aver
voluto favorire il suo compagno. Ma non è questo che sospettano i
magistrati, altrimenti avrebbero indagato anche lei. Quello che cercano
di capire è la genesi di quell’emendamento, prima inserito, poi espunto,
poi di nuovo tornato nel testo. Lo chiederanno anche al ministro per le
Riforme. Se non ci sarà domani la trasferta a Roma per sentire le
ministre, gli interrogatori partiranno dagli arrestati. Fra gli indagati
è finito anche l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Al capo di Stato
Maggiore della Marina viene contestato il reato di abuso d’ufficio in
appalti da 5 miliardi per l’ammodernamento della flotta. Lui, che dice
di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia, è finito tra i nomi di un
atto di avviso di proroga indagini. La sua posizione potrebbe però
finire al vaglio della magistratura siciliana.
Lì, nel porto
siciliano di Augusta, città di provenienza di Gemelli, utilizzato da
diverse multinazionali, dall’Eni alla Esso, si sarebbero focalizzati
interessi di una presunta «lobby» del petrolio. La Squadra mobile di
Potenza ha acquisito alcuni documenti ad Augusta ma per adesso alla
Procura di Siracusa non è stato ancora trasmesso alcun atto. Gemelli,
scrive il gip di Potenza, si mostra «particolarmente attento agli
emendamenti che interessano comunque il settore energetico». Il giudice
parla anche di «mire» in Sicilia e in Sardegna, che emergerebbero da
diverse conversazioni.
Intanto procede, parallelamente,
l’inchiesta dei carabinieri del Noe sul sistema «illecito» di
smaltimento di rifiuti delle attività estrattive in Val d’Agri. Secondo
gli investigatori, per risparmiare sullo smaltimento una cifra che
oscilla tra i 44 e i 110 milioni di euro l’anno, sarebbero stati
spacciati per rifiuti semplici degli scarti «speciali e pericolosi».
I
magistrati valutano l’ipotesi del disastro ambientale e hanno
commissionato una perizia epidemiologica. Eni precisa che «lo stato di
qualità dell’ambiente, studiato e monitorato in tutte le sue matrici
circostanti il centro oli» di Viggiano (Potenza) è «ottimo secondo gli
standard normativi vigenti».