Il Sole 14.4.16
il risveglio del dragone
Riparte la Cina, export +11,5% a marzo
di Rita Fatiguso
I dati diffusi dalle Dogane di Pechino galvanizzano le Borse asiatiche ed europee
Qualcuno
l’aveva già preventivato, pur senza fornire certezze. Le prime
rilevazioni al netto degli effetti del Capodanno cinese vedono infatti
una Cina in netta risalita su un fronte problematico come è stato quello
dell’export.
A marzo l’andamento delle merci in uscita dal Paese
ha registrato un +11,5%,annuo, segno positivo, dunque, come non si
vedeva da tempo. È il primo rialzo positivo in 9 mesi.
In cifre
assolute il volume delle esportazioni è stato pari a 160,8 miliardi di
dollari, mentre l’import ha segnato un calo del 13,8%, a 131 miliardi.
Secondo
i dati diffusi ieri dall’Amministrazione delle Dogane che certifica e
rileva i movimenti in entrata e uscita delle merci, l’incremento è
stato, rispettivamente, di +18,7% e a -1,7%.
Nei primi tre mesi
dell’anno, invece, condizionati dal blocco che caratterizza la pausa
festiva per il nuovo anno, il totale delle esportazioni e delle
importazioni ha avuto una frenata dell’11,3%.
Gli addetti ai
lavori ne ricavano buoni auspici, potrebbe trattarsi di un'inversione di
tendenza rispetto a quanto si è verificato ultimamente. Di certo la
ripresa degli ordini ha di fatto innescato una serie di reazioni
positive in tutto il globo.
La Cina sta cercando di rendersi
sempre più indipendente dalla domanda esterna, affrontando una fase di
transizione dai contorni particolarmente complessi. Non è semplice
rovesciare la prospettiva, cercando di incrementare la domanda interna,
sempre latitante. Almeno finora.
Chiusura in netto rialzo dunque
per la Borsa di Hong Kong, spinta proprio dai dati sull’export cinese (e
dalla rimonta del petrolio). Negli ultimi tempi Hong Kong ha registrato
una costante perdita di valori, proprio per effetto dell’economia
cinese, però ieri l’indice Hang Seng ha terminato la seduta in rialzo
del 3,19% a 21.158 punti. Rispetto a Shanghai Hong Kong ha subito una
sorta di effetto di attrazione in negativo, una sorta di abbraccio
mortale con l’andamento delle piazze borsistiche di Mainland China che
forse adesso potrebbe essere oggetto di una chiara smentita.
Le borse asiatiche hanno quindi mostrato un andamento vivace, con un balzo di Tokyo dello +2,84% e a Shanghai del 2% circa.
Anche
le quotazioni in crescita del petrolio hanno contribuito alla ripresa
delle piazze asiatiche, l’incontro dei paesi produttori a Doha in
calendario per domenica potrebbe però portare a un'intesa per limitare
la produzione.
I dati delle Dogane cinesi hanno fatto bene alle
borse europee, i listini hanno registrato questa nuova tendenza, e hanno
scommesso sulla ripresa della seconda economia mondiale. In particolare
hanno subito influssi positivi i listini dei titoli minerari, ma anche
le banche, insomma tutti quei comparti dell'economia che più risentono
del saliscendi cinese.
Sarà un trend consolidato? È presto per
dirlo, di certo la Cina gioca un ruolo così importante ormai che ogni
minimo segnale di ripresa viene accolto con grande senso di diffuso
sollievo.