giovedì 14 aprile 2016

Il Sole 14.4.16
Sul traffico di influenze competente la Capitale
Inchiesta petrolio verso il trasferimento da Potenza a Roma
di Ivan Cimmarusti e Sara Monaci

Potenza L’inchiesta di Potenza sul «quartierino romano» potrebbe presto cambiare sede e approdare a Roma. Il traffico illecito di influenze, reato principale del dossier degli inquirenti potentini, sarebbe stato infatti commesso prevalentemente nella Capitale, considerando che a far parte del presunto «quartierino» di persone interessate a far sbloccare leggi e ad avere informazioni privilegiate dal ministero dello Sviluppo economico sono perlopiù consulenti e lobbisti che giravano intorno ai palazzi del potere politico. Primo fra tutti Gianluca Gemelli, compagno dell’ex ministra Federica Guidi, dimessasi proprio dopo l’inchiesta che rivelerebbe le pressioni subite (pur essendo parte lesa).
Del possibile trasferimento di indagine relativamente al reato di «associazione a delinquere per traffico di influenze» (così come del procedimento sul presunto “dossieraggio” ai danni del ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio) ne parleranno oggi il procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone e il capo della procura di Potenza, Luigi Gay, nella sede della Procura romana. Il fatto non sarebbe privo di conseguenze. Alcuni inquirenti ritengono infatti che uno spezzatino dell’inchiesta potrebbe comportare un indebolimento dell’impianto accusatorio, e tanto vale allora trasferire tutto a Roma. Di certo c’è che nella Capitale sarebbero stati stretti gli accordi con il consulente Valter Pastena, ex dg del Mef, poi passato con contratto di consulenza al Mise.
Esempi di ciò che sarebbe avvenuto a Roma, secondo gli inquirenti: Pastena, stando alle intercettazioni, sarebbe «l’uomo che ha scritto materialmente la Legge Navale e che c’ha trovato i sei miliardi» per l’ammodernamento della flotta. Un’operazione tanto agognata dal capo di Stato maggiore della marina, l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, che in cambio si sarebbe adoperato per far ottenere a Gemelli la concessione di un pontile nel porto di Augusta legato al business petrolifero.
Non si può escludere che possa giungere a Roma anche il fascicolo legato «all’emendamento in favore di Total», una norma inserita nella Legge di Stabilità 2015, che avrebbe consentito al colosso petrolifero di portare a termine il progetto Tempa Rossa con l’invio del petrolio a Taranto. Anche in questo caso, è l’ipotesi della Procura, Gemelli avrebbe compiuto (ma in modo autonomo) il traffico di influenze, facendo credere a Total di essere in grado di controllare l’approvazione dell’emendamento. Stando agli atti giudiziari, infatti, i primi contatti fra Total e Gemelli – che puntava a ottenere subappalti con la società petrolifera – avvengono proprio a Roma, il 22 ottobre 2014 negli uffici dell’azienda. Lo riferisce lo stesso compagno della Guidi in una telefonata con Giuseppe Cobianchi, dirigente di Total Italia. «La volevo ringraziare – dice Gemelli – perché è andata benissimo, di una disponibilità allucinante». La stessa polizia giudiziaria, aggiunge che «nel prosieguo della conversazione, Gemelli, che continuava a ringraziare Cobianchi per il trattamento ricevuto dai colleghi di Roma, chiedeva allo stesso se le autorizzazioni che interessavano la Total rientravano o meno nel cosiddetto Sblocca Italia, evidenziando come in quest’ultimo caso non vi sarebbero stati grossi problemi». Intanto fonti investigative rivelano che la Procura della Repubblica di Potenza è in procinto di chiedere l’archiviazione per il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, coinvolto in un fascicolo stralcio per interessamenti circa l’assunzione del figlio dell’ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino (indagata).