il manifesto 21.4.16
Elezioni di Roma
Fuori dal ballottaggio, la grande paura del Pd
Il commissario Orfini: il problema non si porrà, andremo noi al secondo turno
Chiuse le liste, ispirazione pasoliniana per la lista di partito, lo scrittore Lodoli si schiera nella Civica per Giachetti
di Daniela Preziosi
ROMA
La sterzata unitaria della destra romana agita le acque a casa dem.
Roberto Giachetti presenta la sua lista e a stretto giro nel pomeriggio
anche Matteo Orfini, commissario del Pd cittadino, completa il quadro
mettendo online la lista del partito, che pure – dopo la defezione della
giornalista ’anticlan’ Federica Angeli – sembravano avere bisogno di
qualche giorno in più. Invece la partita dei nomi si chiude per tutti:
c’è anche la civica di Maria Fida Moro, la lista Idv, quella dei Verdi
con Giobbe Covatta, quella dei «Radicali» di Riccardo Magi e quella
socialista. Finisce tutto in rete e nelle mani della presidente della
commissione Antimafia Bindi, qualsiasi cosa voglia farci.
Il Pd
arruola molti nomi ’civici’, un terzo della lista, lascia a piedi quasi
metà consiglio comunale, negando proroghe ai consiglieri di lungo corso
(come l’ambientalista Athos De Luca e l’ex capogruppo Fabrizio
Panecaldo). Candida più giovani (l’età media è quarant’anni) e più
donne. L’ex deputata Paola Concia, generosa attivista dei diritti
civili, viene ’richiamata’ dalla Germania dov’era andata a vivere per
seguire sua moglie. «Oggi il Pd è diverso ma ha l’umiltà di sapere di
non essere autosufficiente», spiega un Matteo Orfini in inedita versione
buonista e conciliante. Capolista è Piera Levi-Montalcini, nipote della
scenziata premio Nobel, seguono dirigenti scolastici, lavoratori,
ambientalisti dei comitati («comitatini» direbbe Renzi) e attivisti
variegati come Cristiano Davoli, l’«angelo delle buche» delle strade di
Roma, promotore dell’associazione «Tappami». L’ispirazione del resto è
pasoliniana, illustra Orfini: dopo il danneggiamento della lapide a lui
dedicata ad Ostia, «abbiamo deciso di ispirarci alla sua lettera a
Gennariello (in Lettere luterane, ndr): oggi molti vogliono che Roma sia
brutta e debole. Noi invece vogliamo che splenda, che torni Roma, come
ripete Giachetti». Quanto a ispirazioni letterarie Giachetti a sua volta
non vuole essere secondo al suo partito e infatti schiera lo scrittore
Marco Lodoli capolista insieme all’ex campionessa di nuoto Alessia
Filippi. Dietro imbarca due ex della civica del reietto Ignazio Marino
(Franco Marino e Svetlana Celli), una ’esperta’ del team di Fabrizio
Barca, una collaboratrice dell’ex assessore Umberto Croppi e Marco Wong,
rappresentante della comunità cinese.
Ma le liste non bastano a
mettere la sordina all’ultimo guaio, quello fresco di giornata. Ovvero
la probabile e imminente «fusione» fra la candidatura di Giorgia Meloni e
quella di Guido Bertolaso, che sarebbe ormai prossimo al passo
indietro. Una pessima notizia per il Pd che già in molti sondaggi viene
dato secondo ben staccato dalla candidata a 5 stelle Virginia Raggi. Il
rischio, e dunque la grande paura che da qualche giorno serpeggia fra i
dem romani, è non arrivare neanche al ballottaggio: una catastrofe e non
solo per il partito della città. Una prospettiva così nera, quella di
uno spareggio Raggi-Meloni, che fin qui non era neanche messa in conto. O
quasi. Anche perché con una destra ricompattata fra moderati e
estremisti, la 5 stelle Virginia Raggi potrebbe orientare la sua caccia
di voti nell’area progressista, quella di Roberto Giachetti appunto.
Orfini
ostenta una granitica sicurezza: «Vedremo i numeri, abbiamo grande
rispetto per tutti. Ma paura di nessuno. Andremo al ballottaggio con chi
prenderà più voti». La convinzione dei dem, forse meglio dire la
scommessa, è che una volta resi pubblici i nomi delle liste, gli
equilibri delle coalizioni al voto cambieranno a loro vantaggio. Ma la
paura è tanta. Giachetti la prende con il suo stile, ci scherza su: «Non
mi ritiro». Poi però si fa più serio: «Ho sempre detto che a
contendersi il secondo turno c’erano tre candidati. Adesso, se Bertolaso
si ritirerà, per me non cambia nulla. Io andrò al ballottaggio. E per
ora non sono interessato a quale delle due candidate sarà la mia
avversaria».