mercoledì 20 aprile 2016

il manifesto 20.4.16
Referendum, segnali pericolosi per il Pd
L'analisi dell'Istituto Cattaneo sui flussi degli elettori tra il 2014 e domenica 17 aprile nelle città dove tra pochi giorni si vota

ROMA Grande mobilitazione degli elettori del Movimento 5 Stelle e della sinistra, diffuso disimpegno da parte di quelli di Forza Italia, generale adesione alla richiesta del segretario Matteo Renzi di astenersi da parte degli elettori del Pd. È in sintesi il risultato di una ricerca che l’Istituto Cattaneo ha fatto sui flussi elettorali con riferimento al referendum di domenica scorsa sulle trivellazioni marine. La ricerca è stata diffusa ieri e non si discosta nei suoi valori di fondo da un sondaggio Ipsos pubblicato dal Corriere della Sera e da un altro Demos pubblicato da Repubblica. Ma l’analisi del Cattaneo ha la caratteristica di analizzare l’andamento del voto nelle città, tra quelle scelte per lo studio due, Napoli e Torino, andranno al voto tra meno di cinquanta giorni, il prossimo 5 giugno. L’analisi dei flussi si riferisce agli spostamenti degli elettori delle ultime europee (2014).
A Torino gli elettori del Partito democratico si sono astenuti abbastanza meno della media nazionale, cinquantasei su cento. Tra quelli che sono andati a votare l’ampia maggioranza ha scelto il sì, per coscienza ecologista o per antipatia verso il segretario. Sempre a Torino, dove il Pd cercherà di confermare il sindaco uscente Fassino, i grillini oppongono Chiara Appendino e la sinistra «in comune» Giorgio Airaudo, i 5 stelle hanno partecipato massicciamente al referendum, solo il 24,5% si è astenuto. Mentre gli elettori di Forza Italia hanno quasi totalmente (89,3%) preferito stare lontani dalle urne, dimostrandosi incapaci di cogliere l’occasione per dare un colpo al governo Renzi, il che fa impallidire ulteriormente le chance del candidato forzista sotto la Mole, Osvaldo Napoli.
A Napoli, appunto, l’elettore Pd si dimostra meno incline a seguire le indicazioni di Renzi, ben il 52% decide di votare sì e un altro 6% vota no, invertendo il trend nazionale e bloccando in questo caso l’astensione parecchio sotto il 50%. Specularmente gli elettori del movimento 5 stelle non perdono un colpo e vanno praticamente tutti a votare sì (96,6%) mentre gli elettori di Forza Italia anche qui sembrano essere ormai in rotta, solo il 12% si presenta alle urne.