sabato 2 aprile 2016

il manifesto 2.4.16
Scandalo pedofilia nella diocesi di Lione
Francia. Denunce contro l'arcivescovo Barbarin, per omissione di denuncia. Domande di dimissioni. Ma il Primat des Gaules non cede e si rivolge a un'agenzia di comunicazione per la gestione delle crisi di immagine
di Anna Maria Merlo

PARIGI  Le denunce si moltiplicano contro il cardinale di Lione, Philippe Barbarin, l’arcivescovado è stato perquisito il 30 marzo. Questa settimana ne è arrivata una quinta e tutte accusano l’alto prelato della stessa cosa, in casi diversi: aver taciuto su episodi di pedofilia di preti nella diocesi del Primat des Gaules. Era stato informato ma che si era ben guardato dal rivolgersi alla giustizia. Anzi, Barbarin è anche accusato di aver lasciato i preti sospettati al loro posto per anni, sempre a contatto con minorenni. Barbarin è il vescovo che più era stato in primo piano durante la battaglia dei reazionari contro il matrimonio per tutti, presentato e fatto approvare dall’ex ministra della Giustizia, Christiane Taubira, nel 2013. Barbarin è noto anche per essersi schierato con veemenza a fianco dei genitori cattolici integralisti di Vincent Lambert, un uomo in stato vegetativo da anni in seguito a un incidente di moto, che pretendono che la medicina lo mantenga in vita ad ogni costo (di recente, la moglie, che chiede la sospensione dell’accanimento, ha ottenuto dal tribunale la tutela del marito, ma i genitori continuano la loro battaglia).
La crisi alla diocesi di Lione sta esplodendo, dopo aver covato durante qualche mese. Al punto che l’arcivescovo, con le spalle al muro, ha deciso di rivolgersi a un principe del foro di Lione, l’avvocato André Soulier, passando sopra il fatto che è un framassone, associazione che la chiesa cattolica avversa a causa delle idee laiche che difende. Barbarin si è anche rivolto a un’agenzia di consulenza specializzata nella gestione di crisi, la Vae Solis. Il suo titolare è Guillaume Didier, un ex magistrato che ha fatto parte di vari gabinetti ministeriali con i governi di destra, ultima Rachida Dati, sotto la presidenza Sarkozy (tra i clienti della Vae Solis, anche Thomas Fabius, figlio dell’ex ministro degli esteri e ora presidente del Consiglio costituzionale, sospettato di una colossale truffa, e il fotografo François-Marie Banier, condannato nel 2015 a 3 anni di carcere e 350mila euro di multa, per circospezione di incapace ai danni della miliardaria, Liliane Bettencourt, padrona de L’Oréal).
Barbarin deve rifarsi un’immagine. L’agenzia di consulenza gli ha suggerito di chiedere scusa alle vittime. L’arcivescovo si è piegato, senza uscire dalla consueta freddezza, la domenica di Pasqua, a Argenteuil, dove ha pronunciato non senza fatica le tanto attese parole: “chiedo personalmente scusa” alle vittime. Niente di più. In precedenza, in una conferenza stampa, Barbarin, esasperato, si era lasciato scappare: “la maggior parte dei fatti, grazie a Dio, è prescritta”. Alla reazione stupita di un giornalista presente, che aveva alzato le spalle, indifferente verso le vittime. Ma Barbarin sembrava non essere al corrente del fatto che fino ai 38 anni le vittime possono denunciare fatti avvenuti anni prima. E’ stata fondata l’associazione La parole libérée. Tra gli ultimi a parlare, un alto funzionario del ministero degli Interni, che ha trascorso l’infanzia a Lione e ha raccontato ai giudici la sua sofferenza. A fine gennaio, il prete Bernard Peyrat, è stato incriminato per aggressioni sessuali contro minorenni, degli scout con i quali organizzava gite a Sainte-Foy-lès-Lyon, nella periferia chic di Lione, tra la fine degli anni ’70 e inizio ’90. Barbarin era stato avvertito, aveva ricevuto Peyrat nel 2007-2008, ma poi aveva mantenuto il prete nella carica fino al 2015 (cioè quando le voci erano ormai troppo insistenti e la giustizia si stava interessando troppo da vicino all’operato del prete). Altri due preti sono stati denunciati nella diocesi di Lione. Uno è Guy Gérentet, 81 anni, allontanato dalla carica alla parrocchia Trinité nel 2001 per maltrattamenti, condannato nel febbraio scorso a 2 anni con la condizionale per aggressione sessuale su 8 ragazzine tra l’89 e il 2000. Dall’inchiesta è vento fuori che Barbarin era a conoscenza dei fatti dal 2003 e che aveva anche incontrato delle vittime, suggerendo di “perdonare”.
Il 63% dei francesi, secondo un sondaggio, chiede le dimissioni di Barbarin. Per l’88% i fatti di pedofilia sono passati troppo sotto silenzio nella chiesa cattolica, per l’86% insufficientemente puniti, per il 56% danno una “cattiva immagine” della chiesa. Ma per il cardinale di Parigi, Monsignor Vingt-Trois, Barbarin “non ha motivo di dimettersi”. “Perché dovrebbe farlo? – ha affermato – anche Gesu’ non aveva una buona immagine” (nella settimana di passione). “Noi non lavoriamo per fabbricare una buona immagine” (anche se poi si rivolgono alla Vae Solis per migliorarla).