sabato 16 aprile 2016

il manifesto 16.4.16
Tsipras difende i risultati del governo e attacca l’Fmi
L'articolo sul Financial Times. «Ma perché insistete a voler cambiare il piano di riforme. Noi eletti per garantire: il risanamento finanziario, la nostra credibilità ma anche la giustizia sociale»
di Teodoro Andreadis Synghellakis

In un suo articolo sul Financial Times, il primo ministro greco Alexis Tsipras ha difeso ieri l’operato del suo governo e attaccato il Fondo Monetario Internazionale accusandolo, sostanzialmente, di voler impedire alla Grecia di uscire dalla crisi economica.
Il leader di Syriza ha ricordato che ad ottobre del 2015 l’Fmi aveva previsto, per la Grecia, una recessione del 2,3%. Previsioni rivelatesi totalmente inesatte, dal momento che il Pil, alla fine, ha fatto registrare una frenata minima, dello 0,2%. Tsipras ribadisce anche che nell’anno passato le entrate dello stato ellenico sono aumentate di due miliardi di euro, che le banche sono state ricapitalizzate usando solo un quinto delle risorse che erano state messe a disposizione, mentre la disoccupazione -seppur ancora altissima- è scesa dal 26,5% del 2014, al 24,9%.
Oltre a tutto ciò, la Grecia è riuscita ad assorbire il 97% dei fonti comunitari, mentre per il turismo, quello passato è stato un anno record, con ventisei milioni di arrivi e quindici milioni e mezzo di euro di ricavi.
Quanto alla fase attuale, Tsipras ritiene che il 2016 possa essere l’anno della svolta, in cui si gettano le basi per uno sviluppo sostenibile, cercando di fare in modo che nessuno ne venga tagliato fuori. E qui iniziano le incongnite, cosa che il primo ministro greco certamente non si nasconde: il leader della sinistra greca scrive chiaramente che si deve concludere il prima possibile, da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità, la valutazione dei progressi che Atene ha compiuto nell’applicazione di quanto concordato l’estate scorsa con i creditori. Si è pattuito, appunto, di riformare il sistema fiscale- con cui si punta a far aumentare le entrate per una somma pari all’1% del Pil- ed anche di dare il via alla riforma della previdenza, per ridurre le spese dello stato per un altro 1,5% del prodotto interno lordo.
Alexis Tsipras, nel suo articolo sul Financial Times ricorda poi che il governo greco si è impegnato a combattere in modo molto più deciso il contrabbando di sigarette e di carburante, aumentando, d’altro canto, anche la riscossione dell’Iva. Il problema principale, tuttavia, si chiama, nuovamente, Fondo Monetario.
«La Grecia non comprende per quale motivo l’Fmi insiste nel voler cambiare il piano di riforme in un modo che non influisce positivamente sulla semplicità e la sua concreta attuazione, ma rende queste riforme meno progressiste, facendo ricadere parte del peso sui cittadini considerati più poveri».
Il quarantunenne primo ministro greco scrive chiaramente che il suo governo è stato eletto con un duplice scopo: garantire il risanamento finanziario e la credibilità del paese, ma anche la giustizia sociale. E non vuole certo nascondersi e nascondere che “chi insiste nel voler ignorare il contenuto letterale ma anche lo spirito di quanto pattuito, non rende un servizio ai principi con i quali l’Europa è riuscita a prosperare”.
Tsipras spera che la valutazione dei creditori arrivi quanto prima e che “ il 2016 costituisca un nuovo punto di partenza per la ripresa economica e sociale della Grecia”. Bisognerà, però, attendere le reazioni della controparte, ed in primis, appunto, del Fondo Monetario Internazionale. Secondo le ultime indiscrezioni che filtrano dai responsabili dei dicasteri –chiave impegnati nei colloqui, ad Atene ci si auspica che entro il 23 aprile si possa arrivare ad una conclusione dell’esame delle misure applicate sinora, approvando anche quelle che dovrebbero garantire sostenibilità economica al paese, per i prossimi anni. Se tutto dovesse andare come previsto -o meglio sperato- per il 24 si potrebbe convocare un Eurogruppo straordinario, in modo da sancire ufficialmente l’accordo sul proseguo del cammino del paese. Tuttavia, secondo stretti collaboratori del primo ministro greco, gli auspici non finiscono qui. Come dimostra, in parte, anche l’articolo sui Financial Times, la Grecia ha delle chiare e ben precise priorità. Atene preferirebbe, d’ora in poi, una “collaborazione a due velocità”.
Più stretta con l’Europa, ma molto meno vincolante con l’Fmi. Una nuova sfida, per portare tutta questa “eterna trattativa” nel contesto dei valori fondanti e delle realtà sociali di questo nostro Vecchio Continente. Cose, ovviamente, che per le istituzioni economiche internazionali con sede Washington, non significano quasi nulla.