domenica 3 aprile 2016

Corriere Salute 3.4.16
Persino gli incubi possono essere utili
D.d.D.

È negli incubi che si mostra pienamente la relazione tra il sonno, i sogni e le emozioni. Il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) li definisce come un sogno lungo ed elaborato, con sequenze che costruiscono una storia apparentemente reale, che provoca ansia, paura, e altre emozioni disforiche , e che, di solito, si conclude con il risveglio. Sebbene molti incubi appaiano senza che si riesca a cogliere alcun legame con la situazione esistenziale di chi li sperimenta, gli psicologi che studiano il fenomeno hanno individuato alcune cause, che possono anche combinarsi tra di esse. Ad esempio l’abuso di alcol e droghe, una condizione di malessere fisico o psichico, la distruzione di reti cerebrali necessarie al funzionamento neurocognitivo.
Poi ci sono stimoli diretti, come immagini di film spaventosi, ed esiste anche una predisposizione genetica, tanto che c’è la tendenza ad aver incubi all’interno di alcune famiglie. Ma qual è il punto di vista di chi soffre di queste manifestazioni?
Due psicologi del Department of Psychology dell’Università di Montreal, in Canada, in una ricerca, pubblicata sull’ International Journal of Dream Research hanno cercato di dare una risposta, provando a capire a quali cause attribuisce i propri incubi chi ne soffre. Uno dei fattori più importanti sono le relazioni interpersonali: quando qualcosa va storto con gli altri, quando si è esposti a ostilità e insulti, si è stati respinti o abbandonati, durante la notte arrivano più facilmente sogni minacciosi. Questo sembra essere vero soprattutto per le donne, che già studi precedenti hanno indicato essere più preoccupate dai rapporti interpersonali e più portate a vedere nei propri sogni gli echi delle esperienze fatte da sveglie. Secondo la psicologa Rosalind Cartwright che ha lavorato a lungo alla Rush University di Chicago occupandosi di psicoterapia e di sogni, sarebbe perfino possibile valutare le potenzialità di recupero psicologico di un individuo, a seconda del momento della notte e della fase di sonno in cui si presentano gli incubi, come scrive Stefan Klein nel libro «I sogni, viaggio nella nostra realtà interiore» (Bollati Boringhieri, Torino, 2016).
Un caso particolare di incubi sono quelli collegati al Disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Sono sogni che riproducono situazioni traumatiche e talvolta perseguitano la persona anche per anni. Secondo il professor Ernest Hartmann, questi incubi non riproducono davvero la scena spaventosa in maniera sempre uguale, ma la trasformano progressivamente, con variazioni continue frutto di una rielaborazione affettiva ed emotiva del trauma che si attua proprio durante i sogni. Così la scena perde man mano il suo potenziale spaventoso e persecutorio e il lavoro onirico contribuisce alla guarigione.