Corriere 9.4.16
Quando i desideri erano il demonio
La Chiesa e il sesso Quando Paolo disse: «Le donne siano sottomesse ai mariti»
di Aldo Cazzullo
Bastano poche frasi per capire perché questo Papa sia amato da molti e detestato da qualcuno.
Il
matrimonio è un dono di Dio. Tale dono include la sessualità (Jorge
Mario Bergoglio, papa Francesco, d’ora in poi semplicemente Francesco).
«Vi
sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne
sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini; e vi sono altri
che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire,
capisca» (Matteo 19,12).
Dio stesso ha creato la sessualità, che è un regalo meraviglioso per le sue creature (Francesco).
«La
donna è un tempio costruito su una cloaca. Tu, donna, sei la porta del
diavolo, tu hai circuìto quello stesso (uomo) che il diavolo non osava
attaccare di fronte. È a causa tua che il figlio di Dio ha dovuto
morire; tu dovrai fuggire per sempre in gramaglie e coperta di cenci»
(Tertulliano).
L’erotismo più sano, sebbene sia unito a una
ricerca di piacere, presuppone lo stupore, e perciò può umanizzare gli
impulsi. In nessun modo possiamo intendere la dimensione erotica
dell’amore come un male permesso o come un peso da sopportare per il
bene della famiglia, bensì come dono di Dio che abbellisce l’incontro
tra gli sposi (Francesco).
«Se è un bene non toccare una donna,
allora è un male toccarla: gli sposati vivono come le bestie, infatti
nel coito con le donne gli uomini non si distinguono in nulla dai porci e
dagli animali irrazionali» (San Gerolamo).
L’unione sessuale,
vissuta in modo umano e santificata dal sacramento, è a sua volta per
gli sposi via di crescita nella vita della grazia. È il mistero nuziale
(Francesco).
«Maria fu pura, santa, senza macchia, risplendente,
dai sentimenti divini, santificata, libera da tutte le lordure del
corpo, del pensiero, dell’anima» (Sofronio da Gerusalemme).
La Bibbia è popolata da famiglie, da generazioni, da storie di amore e di crisi familiari (Francesco).
«Se
fosse amico il re dell’universo / noi pregheremmo lui della tua pace /
poi c’hai pietà del nostro mal perverso» (Dante Alighieri, Inferno, V
canto, episodio di Paolo e Francesca). «Le donne siano sottomesse ai
mariti» (San Paolo, Lettera agli Efesini 5, 22).
È importante
essere chiari nel rifiuto di qualsiasi forma di sottomissione sessuale.
Perciò è opportuno evitare ogni interpretazione inadeguata della Lettera
agli Efesini. San Paolo qui si esprime in categorie culturali proprie
di quell’epoca, ma noi non dobbiamo assumere tale rivestimento
culturale, bensì il messaggio… (Francesco).
Desideri, sentimenti,
emozioni, quello che i classici chiamavano «passioni», occupano un posto
importante nel matrimonio… L’essere umano è un vivente di questa terra e
tutto quello che fa e cerca è carico di passioni (Francesco).
«Sì,
dalla volontà perversa si genera la passione, e l’ubbidienza alla
passione genera l’abitudine, e l’acquiescenza all’abitudine genera la
necessità» (Sant’Agostino, Confessioni, Libro VIII).
Provare
un’emozione non è qualcosa di moralmente buono o cattivo per sé stesso.
Incominciare a provare desiderio o rifiuto non è peccaminoso né
riprovevole (Francesco).
«I desideri della carne portano alla
morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace.
Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si
sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero» (San Paolo,
Lettera ai Romani 8,21).
Provare piacere per qualcuno non è di per
sé un bene. Se con tale piacere io faccio in modo che quella persona
diventi mia schiava, il sentimento sarà al servizio del mio egoismo.
Credere che siamo buoni solo perché «proviamo dei sentimenti» è un
tremendo inganno. Ci sono persone che si sentono capaci di un grande
amore solo perché hanno una grande necessità di affetto, però non sono
in grado di lottare per la felicità degli altri e vivono rinchiusi nei
propri desideri (Francesco).
«Le donne sono destinate
principalmente a soddisfare la lussuria degli uomini. Dove c’è la morte
ivi c’è il matrimonio, dove non c’è matrimonio ivi non c’è morte» (San
Giovanni Crisostomo).
Più che parlare della superiorità della
verginità sotto ogni profilo, sembra appropriato mostrare che i diversi
stati di vita sono complementari, in modo tale che uno può essere più
perfetto per qualche aspetto e l’altro può esserlo da un altro punto di
vista (Francesco).
«Maria, per la grazia di Dio, è rimasta pura da
ogni peccato personale durante tutta la sua esistenza» (Catechismo
della Chiesa cattolica, punto 493).
D’altra parte, i momenti di
gioia, il riposo o la festa, e anche la sessualità, si sperimentano come
una partecipazione alla vita piena della sua Risurrezione di Cristo
(Francesco).
«Cristo non rideva mai» (Jorge da Burgos, da «Il nome della rosa» di Umberto Eco).
Un
vero amore sa anche ricevere dall’altro, è capace di accettarsi come
vulnerabile e bisognoso, non rinuncia ad accogliere con sincera e felice
gratitudine le espressioni corporali dell’amore nella carezza,
nell’abbraccio, nel bacio e nell’unione sessuale (Francesco).
Nei
duemila anni di discussione tra le massime intelligenze della
cristianità sull’amore e sul sesso si trova tutto e il contrario di
tutto. Le interpretazioni mutano con il mutare delle condizioni storiche
e delle sensibilità. Ma bastano questi pochi cenni per realizzare che
l’esortazione «Amoris Laetitia», a cominciare dal titolo, rappresenta
una grande innovazione nella storia della Chiesa (per quanto ovviamente
la sessualità sia concepita dal Papa all’interno del matrimonio); e
basterebbe questa per far capire perché Francesco sia molto amato da
tanti ma anche molto detestato da qualcuno; e perché, comunque prosegua
il suo pontificato, questo Papa è destinato a entrare nella storia, e
dopo di lui nulla sarà più come prima.