Corriere 6.4.16
Tempa Rossa, il mistero dell’emendamento sparito
di Fiorenza Sarzanini
Il
mistero dell’emendamento su Tempa Rossa, l’inchiesta sul petrolio,
sparito. I magistrati di Potenza cercheranno di scoprire per quale
motivo la norma, fatta approvare dall’ex ministro Guidi, non sia stata
inserita nella nuova legge di Stabilità per il 2016, visto che nelle
intercettazioni il ministro lo riteneva strategico per far funzionare il
progetto.
ROMA L’emendamento su «Tempa Rossa» fatto approvare
dall’ex ministro Federica Guidi è stato modificato dal governo
nell’ultima legge di Stabilità. E adesso i magistrati di Potenza
cercheranno di scoprire per quale motivo la norma non sia stata inserita
nella nuova legge di Stabilità per il 2016, visto che nelle
intercettazioni l’allora ministro Federica Guidi lo riteneva strategico
per far funzionare il progetto. Una linea confermata pubblicamente tre
giorni fa dallo stesso premier Matteo Renzi che se ne è attribuito la
paternità «perché l’idea di sbloccare le opere pubbliche e private
l’abbiamo presa noi».
L’iter legislativo racconta una storia
diversa e anche di questo l’ex titolare dello Sviluppo economico dovrà
rispondere nell’interrogatorio fissato per domani. Poi le sarà chiesto
di chiarire la natura di alcuni interventi da lei fatti in materia di
appalti e nomine che potrebbero essere stati condizionati dalle
pressioni subite dallo stesso Gemelli e dagli altri componenti del
«comitato d’affari» che si sarebbe mosso per favorire i colossi
petroliferi, primi fra tutti la Total.
I motivi dell’intervento
L’iter
dell’emendamento che agevola il progetto «Tempa Rossa» — così come
ricostruito dalle indagini svolte dai poliziotti della squadra mobile
diretti da Carlo Pagano — comincia il 17 ottobre 2014 quando viene
presentato dal sottosegretario Simona Vicari all’interno del decreto
Sblocca Italia. È dichiarato inammissibile e dunque si decide di
intervenire per trovare una soluzione. Il 5 novembre la stessa Guidi al
telefono con Gemelli lo rassicura che «se Maria Elena è d’accordo sarà
inserito nella legge di Stabilità». Effettivamente avviene proprio così:
il 13 dicembre 2014 entra nel provvedimento all’esame del Senato e
viene approvato.
Nel corso dell’interrogatorio di due giorni fa
del ministro Boschi a Palazzo Chigi i magistrati hanno chiesto
chiarimenti proprio sui motivi che avevano convinto il governo a
intervenire. Il ministro ha smentito di aver «subito pressioni da parte
dei petrolieri o di altri» chiarendo che l’unico interesse era
«sbloccare gli investimenti». E poi ha chiarito: «Tutte le indicazioni
mi arrivavano dal Mise (ministero Sviluppo economico, ndr )».
La norma modificata
Gli
investigatori hanno acquisito le relazioni tecniche e l’articolato
della legge di Stabilità 2015 — dunque relativa al 2016 — e hanno
scoperto che la normativa in materia è cambiata perché «è stato
eliminato il carattere strategico, di indifferibilità e di urgenza delle
upstream sia a terra che in mare, riconoscendo alle stesse soltanto il
carattere di pubblica utilità». Una linea completamente diversa dalla
precedente. Perché si è scelto questo cambio di rotta? E, soprattutto,
perché si continua a dire che la norma è tra le priorità del governo?
Il
sospetto è che in realtà quell’emendamento sia stato approvato su
pressioni delle aziende petrolifere e che poi, una volta sbloccati i
fondi, si sia deciso di modificarlo. È vero che la pronuncia della Corte
costituzionale in materia di referendum ha restituito alle Regioni un
ruolo chiave e dunque c’era il rischio che nella consultazione sulle
Trivelle si dovessero inserire altri quesiti. Ma proprio per questo si
vuole adesso accertare perché tutto ciò non sia stato evidenziato.
«Mi sento messa in mezzo»
Se
ne chiederà conto a Guidi e sempre lei dovrà chiarire perché, in alcune
conversazioni ancora secretate, si lamentava con Gemelli di essere
stata «messa in mezzo» da lui e da quei collaboratori — primo fra tutti
Nicola Colicchi, anche lui indagato per associazione per delinquere e
traffico d’influenza — che si occupavano di svariati affari legati al
settore petrolifero, ma anche di nomine pubbliche. Compreso quello
legato al porto di Augusta dove si voleva trasferire il petrolio
estratto, forse utilizzando anche alcune navi della Marina.
Al
centro di tutto c’è proprio Gemelli e infatti in una conversazione di
novembre 2014 con il suo socio Salvatore Lanzieri, dopo aver saputo «che
era in via di definizione l’ingresso delle sue società nella bidder
list della Total per le gare sui progetti ingegneristici», afferma:
«Minchia ti informo, ti informo che già siete entrati! questa è
bellissima! ma tu lo sai che io martedì... te l’ho detto che ce lì ho
tutti invitati al convegno, martedì prossimo... a Roma... tutti, tutti
ci sono, quelli che contano ci sono!.. dai che sta andando come volevamo
noi, perfetto!... gioia mi pare che stiamo andando nella direzione
giusta, dai!... quant’era sette milioni ? Mi sa che sarai condannato a
pagarmi quattro mila euro al mese a partire dal 2016... noi da qui a
metà mese, massimo fine mese dobbiamo andare in Tecnimont, ma io me la
chiudo martedì prossimo».