domenica 3 aprile 2016

Corriere 3.4.16
L’Austria manda i soldati al Brennero
Vienna prepara “controlli serrati al valico con l’Italia”
Domani i primi rimpatri verso la Turchia
di Marco Bresolin

Partirà da domani la fase operativa dell’accordo sui migranti siglato tra la Turchia e l’Unione europea, ma per ora restano molte incognite. E l’annuncio fatto ieri dall’Austria è emblematico dei tanti dubbi che serpeggiano nel Vecchio Continente sull’efficacia di questo piano: Vienna ha detto che effettuerà «controlli serrati alla frontiera del Brennero, anche con l’impiego dei soldati». Perché, dice il ministro della Difesa a «Die Welt» Peter Dosozil: «Visto che i confini esterni dell’Ue non vengono sufficientemente tutelati, l’Austria mette in sicurezza i suoi». Doskozil, nell’affermare che «non deve accadere una seconda volta che una nazione come la Macedonia venga lasciata sola», ha precisato che «è stato notato uno sviluppo molto intenso sulla tratta Mediterraneo-Italia-Brennero e che quindi dobbiamo concentrarci e unire le forze proprio al valico».
In questo clima domani dovrebbero iniziare i primi rimpatri verso la Turchia. Secondo fonti dell’Ue, i primi a essere rimandati indietro saranno 500 migranti, tra siriani, pachistani e afghani, arrivati dopo il 20 marzo, giorno in cui è entrato in vigore l’accordo siglato due giorni prima a Bruxelles. La Grecia parla più genericamente di 750 rimpatri entro mercoledì, che saranno effettuati con due grandi navi turche e gestiti da Frontex. Verranno portati dalle isole di Lesbo e Chio verso il porto turco di Dikili, dove è in corso l’allestimento di un centro di accoglienza. Secondo quanto riferito da Ankara, dovrebbe trattarsi di un centro per il disbrigo delle questioni burocratiche, dopodiché i migranti verranno trasferiti in veri e propri centri profughi. Come quello che la Croce Rossa aprirà a Manisa, in grado di ospitare cinquemila migranti. Ma per gli abitanti della zona di Dikili non basta questa rassicurazione: ieri sono scesi in piazza per dire che non vogliono i profughi nella loro città. Temono ripercussioni sul turismo.
Il commissario europeo all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, sarà personalmente ad Ankara per seguire le prime fasi del piano. Che prevede il tanto discusso sistema «uno a uno», vale a dire la riammissione di un siriano dalla Turchia in Europa «per ogni siriano respinto dalla Grecia», fino a un tetto massimo di 72 mila persone. I criteri restano nebulosi. Rimangono i dubbi e le critiche dell’Unhcr, che assicura «massima vigilanza per verificare che le procedure vengano rispettate», anche perché «le garanzie offerte dalla Turchia non sono sufficientemente chiare».
Intanto Berlino annuncia che accoglierà 1.600 migranti dalla Turchia: già domani ne arriveranno «alcune decine», principalmente «famiglie con bambini». Nelle prossime settimane 81 andranno in Francia, non ci sono dettagli sulle quote degli altri Paesi. Per l’attuazione del piano, la Commissione europea ha stimato un impiego di circa 4mila agenti, per una spesa di circa 280 milioni di euro in sei mesi.