domenica 3 aprile 2016

Corriere 3.4.16
Marino, Marziano a Roma (con autogol)
di Aldo Grasso

A ttenti a rubare i titoli dei libri! O Ignazio Marino è dotato di uno spirito autoironico finora ignoto o è caduto in un infortunio clamoroso, del genere «una risata lo seppellirà».
Per regolare i conti con il Pd, Marino ha scritto un libro, «Un marziano a Roma», che ha lo stesso titolo di una strepitosa farsa di Ennio Flaiano del 1960. In realtà, già nel ‘54 Flaiano aveva scritto un racconto omonimo, inserito in «Diario Notturno»: il marziano in questione si chiama Kunt e atterra con la sua astronave a Roma, nel prato del galoppatoio di Villa Borghese. Sei anni dopo l’autore ne ricava un lavoro teatrale. Il marziano subito è accolto come un messia (qualche analogia con Marino traspare) in un’atmosfera di redenzione, da «anno zero». Ma presto dai fasti di «angelo revisore», il marziano decade alla condizione di «uomo del giorno» dai molti «doveri di rappresentanza» (altre curiose analogie con Ignazio) ed è chiamato banalmente «dottore».
Quello che forse Marino non sa è che Flaiano inscena poi lo svilimento del marziano: alla fine non farà più notizia e diventerà uno dei tanti «sciagurati» che a Roma scrivono un libro. L’ultimo quadro si chiude fra le pernacchie di giovinastri che lo deridono: «A Marzianooo!».
A Marinooo! Non resta che consolarsi con il congedo dell’alieno: «Tutto si muove nel mondo verso un eterno amplesso. Anche toccare il fondo fa parte del successo».