Corriere 3.4.16
La nuova vita di Angela Merkel nella Germania in movimento
di Danilo Taino
Ormai
nell’undicesimo anno da cancelliera, Angela Merkel ha constatato che
non si annoierà mai più. In coincidenza del decimo anniversario, lo
scorso settembre, è scoppiata la crisi dei rifugiati che l’ha fatta
vacillare e suggerito a molti commentatori che alla fine del 2016 sarà
caduta dal piedistallo. Ora, la situazione sta cambiando di nuovo. La
chiusura della rotta balcanica seguita all’accordo tra Ue e Turchia ha
fatto crollare il numero di profughi che arrivano in Germania a poche
centinaia al giorno e ha già trasformato il discorso politico tedesco:
al momento, il destino di Frau Merkel non è più in discussione né nel
suo partito né nei sondaggi, che la vedono in recupero. Se l’accordo con
Erdogan terrà — obiettivamente un grosso se — i flussi dei rifugiati
risulteranno gestibili (in Germania). Ciò ha spinto in avanti la
discussione politica tedesca: la cancelliera non ha detto che si
ricandiderà alle elezioni del 2017, fatto sta che il dibattito si è già
spostato sulle alleanze che sceglierà in futuro. In tre elezioni
regionali in marzo è risultato evidente che l’attuale maggioranza di
governo — la Grande Coalizione tra i partiti popolari storici, l’Unione
Cdu-Csu e la Spd — potrebbe non avere i numeri per governare a livello
nazionale. Nei Länder in cui si è votato, si va verso tre coalizioni
diverse: una tra Cdu e Verdi (Kiwi); una tra Cdu, Spd e Verdi (Kenya);
una tra Spd, Verdi e Liberali (Semaforo). Di Grosse Koalition non c’è
l’ombra. La questione è: che strada sceglierà Frau Merkel dopo l’autunno
2017?
Il primo test della sua ennesima nuova vita, del quale già
si discute, sarà il 12 febbraio 2017, quando i partiti dovranno eleggere
il presidente federale. La cancelliera vorrebbe che Joachim Gauck si
ripresentasse: lo voterebbero quasi tutti e il quadro politico non
subirebbe scosse in attesa delle lezioni. Gauck non è convinto. Si
vedrà. Fatto sta che la dinamica politica è nuova ma per ora Frau Merkel
ne rimane al centro.
Danilo Taino