sabato 30 aprile 2016

Corriere 30.4.16
Come cadde Gheddafi Storia di una guerra sbagliata
risponde Sergio Romano

Lei ha spesso criticato l’operazione militare anglo-francese, lanciata con il sostegno degli Stati Uniti contro Gheddafi nel 2011. Ma che cosa si sarebbe dovuto fare? Aspettare che Gheddafi sterminasse tutti i suoi nemici, come aveva promesso? Le ricordo che quando Francia e Gran Bretagna entrarono in azione, il leader libico stava marciando verso Bengasi, centro della resistenza contro il suo regime.
Elio Sala Brescia

Caro Sala,
Effettivamente i bombardamenti anglo-franco-americani in Libia furono considerati un «intervento umanitario», nello stile di quelli realizzati dalla Nato sul territorio della Jugoslavia nel 1995 e nel 1999. A me sembrò che la parola «umanitario», come in molti altri casi, nascondesse fini, meno confessabili ed esponesse la società internazionale al rischio di conflitti sempre più difficilmente gestibili.
A chi osserva che vi sono circostanze in cui gli Stati moderni hanno l’obbligo morale di intervenire, risponderei che esistono almeno due modi di concepire gli «obblighi morali». Vi è l’etica dei principi, invocata quando uno Stato decide che è suo dovere porre fine a situazioni moralmente condannabili. Ma vi è anche l’etica delle responsabilità, quando lo Stato, prima di agire, si chiede anzitutto se sarà possibile terminare l’operazione senza lasciare alle spalle una situazione più grave, se sforzi ulteriori e imprevedibili potrebbero caricare sulle spalle del Paese un insostenibile onere umano e finanziario. Dopo le esperienze del Ventesimo secolo, le buone guerre si dovrebbero fare soltanto quando è necessario difendere il Paese da un pericolo mortale, quando il governo non ha altra scelta fuor che quella di chiedere ai suoi concittadini i sacrifici necessari.
Quella contro la Libia fu esattamente l’opposto. Non appena si accorse di avere commesso un errore, il presidente degli Stati Uniti fece un passo indietro. Non appena poterono sostenere di avere dato un colpo mortale al regime di Gheddafi, Francia e Gran Bretagna smisero di interessarsi alla sorte della Libia. Accusate di questa frettolosa negligenza risponderebbero di avere salvato le migliaia di vittime che avrebbero riempito le strade di Bengasi se Gheddafi avesse conquistato la città. Ma che cosa direbbero del numero molto più grande di uomini, donne e bambini uccisi dalla guerra civile che ha sconvolto il Paese negli anni seguenti e inondato l’Africa di armi provenienti dagli arsenali libici?