Corriere 30.4.16
Migranti, Berlino fa barriera con Vienna
Il governo tedesco difende la chiusura del Brennero: «L’Italia registri e accolga i profughi»
di Danilo Taino
BERLINO
Era improbabile che la Germania lasciasse sola l’Austria e non aiutasse
il governo di Vienna sulla questione dei migranti. Infatti, la sosterrà
anche a costo di sollevare un confronto teso con l’Italia. Ieri, il
ministro degli Interni tedesco, Thomas de Mazière, ha detto a Roma di
rispettare gli impegni che ha preso in termini di registrazione e di
fornitura di alloggio ai rifugiati e agli immigrati che arrivano, in
modo che non si dirigano verso l’Europa del Nord. E ha aggiunto che il
problema del Brennero è nelle mani dell’Italia, non dell’Austria.
De
Mazière è stato netto, ma niente affatto isolato: la sua posizione è
quella del governo di Berlino. Interrogato proprio sulla questione del
Brennero, dove Vienna intende costruire uno sbarramento per fermare
rifugiati e immigrati, il portavoce della cancelliera Merkel, Steffen
Seibert, ha così risposto: «Ciascuno adempia ai suoi obblighi. Nel caso
specifico, l’Italia deve adempierli registrando i migranti e garantendo
loro sistemazioni adeguate». Praticamente le stesse parole del ministro
degli Interni.
Il quale ieri incontrava il suo omologo austriaco
Wolfgang Sobotka e durante una conferenza stampa ha avuto modo di
chiarire la posizione tedesca. Innanzitutto, ha constatato che la rotta
dei Balcani, quella attraverso cui nel 2015 sono arrivati in Germania un
milione e centomila profughi, «è una cosa del passato». È cioè chiusa,
un po’ per le barriere alzate in alcuni Paesi, dall’Ungheria alla
Macedonia all’Austria, e un po’ per l’accordo dell'Unione Europea con la
Turchia per bloccare il flusso dal Medio Oriente verso la Grecia. Fatto
che ovviamente fa piacere a Berlino. «Ora — ha aggiunto — la questione è
quella delle rotte alternative e siamo naturalmente preoccupati che ci
sia un nuovo aumento di rifugiati che arrivano attraverso la Libia e
l’Italia». Profughi che quest’anno potrebbero essere nell’ordine delle
centinaia di migliaia e che De Mazière e Sobotka vorrebbero che
rimanessero in Italia. «Per noi è necessario chiarire che l’Italia
adempia agli accordi internazionali e aumentare i controlli sui confini
interni», ha spiegato il ministro austriaco.
Naturalmente,
entrambi hanno poi reso omaggio alla necessità di rafforzare anche i
confini esterni dell’Unione Europea e dell’area Schengen (ieri il
settimanale Spiegel ha scritto che la Ue starebbe preparando un piano
per creare «centri di raccolta di migranti» in Libia, da trattenere
«anche con mezzi drastici») . Ma è chiaro che l’intenzione di Berlino
ieri era quella di dare sostegno al governo di Vienna, che domenica
scorsa ha perso il primo turno delle elezioni presidenziali a vantaggio
della destra anti immigrati: uno dei punti caldi della discussione
politica austriaca è proprio la barriera del Brennero.
Tra Vienna e
Roma sono in corso colloqui per trovare una soluzione comune. È però
chiaro che le crisi multiple dell’Europa stanno creando contenziosi
continui tra Paesi. A parole si delineano progetti comuni: per esempio
un approccio europeo ai migranti. Alla prova dei fatti, sulle singole
questioni prevalgono le rotture, si tratti di rifugiati, di economia, di
commercio. E ogni volta restano cicatrici.