Corriere 3.4.16
Indagato il vescovo di Cassino I pm: ha molestato 8 seminaristi
Il prelato: «Le accuse sono infondate». I dubbi della Santa Sede
di Ilaria Sacchettoni
ROMA
La denuncia parla di carezze, proposte, allusioni, gesti e frasi
inequivocabili. Su queste basi gli uffici della Procura di Cassino hanno
avviato un’indagine per violenza sessuale nei confronti di monsignor
Gerardo Antonazzo, 59 anni, guida spirituale delle diocesi di Cassino e
Sora, ordinato vescovo nel 2013.
Tutto parte dal racconto di un
seminarista che, nel dicembre scorso, ha spedito una lettera firmata e
dettagliata al procuratore capo Luciano D’Emmanuele. Il ragazzo,
maggiorenne, ha raccontato di essere stato molestato dal vescovo
aggiungendo che, assieme a lui, anche altri suoi colleghi, ragazzi che
studiano per diventare sacerdoti, avrebbero subito molestie e pressioni
anche psicologiche.
Gli investigatori della polizia li hanno
ascoltati uno per uno e, dai loro racconti, sono emerse analogie che
fanno pensare a uno stesso metodo d’approccio. Un gioco di seduzione
erotica — non precisamente soft — messo in campo in modo seriale
dall’uomo che avrebbe dovuto rappresentare la loro guida spirituale e
morale.
La lettura degli otto verbali acquisiti in questi tre mesi
dalla polizia è stata sufficiente a disporre ulteriori accertamenti.
Quei verbali cioè confermerebbero la denuncia del seminarista. Non è
chiaro se i ragazzi, le presunte vittime delle attenzioni del vescovo,
siano ancora suoi seminaristi. O se abbiano preso altre vie, forse
abbandonando il loro percorso. Nessun provvedimento è stato ancora
notificato a monsignor Antonazzo né ci sono state acquisizioni di
documenti o perquisizioni da parte degli investigatori coordinati dal
questore Federico Santarelli. Solo ieri è trapelato qualcosa dalle
felpate indagini del procuratore capo, dopo che alcuni cronisti locali
hanno diffuso la notizia di una chiusura indagini nei confronti di
Antonazzo. Informazione ridimensionata dallo stesso D’Emmanuele
attraverso tre righe di comunicato che confermano l’esistenza
dell’inchiesta ma puntualizzano che non si è ancora arrivati ad alcuna
conclusione. È sempre possibile cioè che l’ipotesi di reato nei
confronti del vescovo sia archiviata. Inutili i tentativi di raggiungere
monsignor Antonazzo — nel frattempo impegnato a cresimare un gruppo di
studenti — che, solo nel tardo pomeriggio ha diffuso un comunicato:
«Sento il dovere di dichiarare la totale infondatezza delle accuse che
mi vengono attribuite. Posso, inoltre, assicurare che ad oggi non ho
ricevuto alcuna comunicazione da parte delle autorità competenti circa
l’esistenza di un’indagine a mio carico». Successivamente qualche riga
dal Vaticano in agenzia. Un comunicato in cui si esprimono forti dubbi
sulla veridicità delle accuse nei confronti di monsignor Antonazzo,
lasciando anche trapelare che potrebbe trattarsi di calunnie,
contestazioni costruite ad arte da persone respinte dal seminario che
erano state ritenute incompatibili con la vita in seminario. Le carte
saranno trasmesse in Vaticano alla conclusione delle indagini così come
prevede la consuetudine. Prima di allora sarà difficile sondare gli
umori tra le mura della Santa Sede.