Corriere 26.4.16
L’Austria accelera sulla barriera al Brennero (e sigilla l’Ungheria)
di Maria Serena Natale
Vienna
accelera sulla barriera al Brennero e la chiusura dei confini. Effetto
collaterale dell’exploit nazionalista al primo turno delle
presidenziali.
È stata annunciata per domani al valico di
frontiera con l’Italia la conferenza stampa per illustrare «il
management di controllo del confine». In sostanza le nuove misure per
frenare gli arrivi dei migranti da Sud.
Controlli rafforzati anche
dal lato ungherese. Dove nel 2015 volontari in festa accoglievano i
profughi della rotta balcanica, già ieri erano schierati militari e
agenti della Polizei per ispezionare le auto in transito.
È la
prima conseguenza politica della grande paura per il 35% di consensi
ottenuto domenica scorsa dal candidato dell’ultradestra Norbert Hofer.
La coalizione di governo formata da popolari e socialdemocratici — i due
grandi partiti che si spartiscono il potere in Austria dal Dopoguerra e
che sono finiti fuori dal ballottaggio — manda così un messaggio di
fermezza per rassicurare gli elettori tentati dalla retorica
anti-immigrati del Partito della Libertà guidato da Heinz-Christian
Strache. Per dimostrare che il tema della sicurezza non è monopolio dei
populisti e drenare consensi sull’ambientalista Van der Bellen. L’anno
scorso Vienna ha ricevuto 900 mila richieste di asilo: a fronte di una
popolazione di otto milioni e mezzo, si tratta in proporzione di un
numero tra i più alti dell’intera Ue. Per il 2016, dopo la chiusura di
fatto della via balcanica con l’accordo Ankara-Bruxelles sulla riduzione
dei flussi, il ministero dell’Interno austriaco ha lanciato l’allarme
sul possibile picco di 300 mila ingressi proprio dal fronte Sud,
dall’Italia chiamata a gestire i nuovi arrivi dalla Libia.
Allarme
respinto ancora ieri dal premier Matteo Renzi che da Hannover
ribadisce: «Nessun elemento giustificherebbe la chiusura del Brennero.
Se ci fosse, sarebbe la Ue a prendere le decisioni conseguenti». Due
settimane fa i ministri degli Esteri e degli Interni Paolo Gentiloni e
Angelino Alfano avevano inviato alla Commissione europea una lettera per
sollecitare «con estrema urgenza la verifica della compatibilità» delle
misure austriache con il principio della libera circolazione di
Schengen. Da Bruxelles finora nessuna risposta.