Corriere 26.4.16
La svolta a sinistra dei fedelissimi di Hollande
Su
iniziativa del fedelissimo Stéphane Le Foll, portavoce del governo,
ieri sera si è tenuta a Parigi davanti a circa 600 militanti una
riunione pubblica dei politici sostenitori di François Hollande, tra i
quali una ventina di ministri. Il ministro dell’Economia Emmanuel Macron
non era invitato: privo della tessera del partito socialista ma
soprattutto fondatore del movimento «En marche!», Macron è sospettato
ogni giorno di più di essere pronto a tradire Hollande e a lanciarsi
come candidato all’elezione presidenziale del 2017.
Di fronte al
successo — nei sondaggi e nei media — di Macron, l’entourage del
presidente sembra deciso a lanciare un ultimo disperato tentativo. Il
comizio di ieri sera era intitolato «Hé oh la gauche!» — slogan subito
ridicolizzato perché ricorda la canzone di Biancaneve e i sette nani — e
puntava a difendere il bilancio della presidenza Hollande, dopo il
disastro della trasmissione tv di qualche sera fa, nella quale il capo
di Stato è apparso in grave difficoltà nel rispondere alle domande dei
giornalisti e soprattutto alle rimostranze di quattro cittadini scelti
in rappresentanza di tutti i francesi.
Nella precedente corsa
all’Eliseo Hollande si scagliava contro la finanza, diceva di non amare i
ricchi e prometteva una tassa al 75% per cento per i più fortunati che
ha fatto temere ad alcuni l’arrivo dei soviet sulla Senna. La svolta
social-liberale di Hollande è stata scontata ma più repentina e
traumatica del previsto. Il presidente sembra deciso ora a seguire la
massima del suo maestro Mitterrand «nessun nemico a sinistra»,
soprattutto in campagna elettorale. Se Macron affascina al centro e
persino a destra, se il premier Manuel Valls insiste sui temi identitari
e denuncia il velo islamico, da ieri sera il campo di Hollande si
ributta a sinistra e parla di disoccupazione, potere d’acquisto, crisi
degli alloggi. Secondi i sondaggi è finito, ma il grande incassatore
Hollande ci crede ancora.
Stefano Montefiori