Corriere 18.4.16
I misteri dei Gap fiorentini
di Antonio Carioti
C’è
ancora molto da scavare nella storia dei Gap (Gruppi d’azione
patriottica), formazioni comuniste impegnate nella guerriglia urbana
durante l’occupazione tedesca. Il nuovo numero della rivista «Quaderni
di storia», edita da Dedalo e diretta da Luciano Canfora, contiene un
contributo interessante su Firenze. Si tratta della «relazione
ufficiale» sull’attività dei Gap preparata dal capo comunista Alvo
Fontani e rinvenuta tra le carte del gappista Giuseppe Martini. A
presentare e commentare il documento è Luciano Mecacci, autore del libro
La Ghirlanda fiorentina (Adelphi) sull’uccisione del filosofo Giovanni
Gentile da parte dei Gap il 15 aprile 1944.
Benché sgrammaticato,
il resoconto di Fontani, di cui si erano a lungo perse le tracce,
risulta significativo a vario titolo: per quanto riguarda Gentile,
svincola l’azione da ogni rapporto con la fucilazione di cinque giovani
renitenti alla leva di Salò, soppressi a Firenze il 22 marzo. «È chiaro
che l’eliminazione di Gentile non è una risposta all’eccidio e non può
essere interpretata come un episodio locale, legato alle contingenze»,
dichiara Mecacci al «Corriere». La relazione ne enfatizza anzi la
portata generale, presentando il filosofo come «una colonna della parte
più reazionaria della borghesia italiana e internazionale».
Se a
ciò si aggiunge che di recente l’autorevole ex partigiana comunista
Liliana Benvenuti ha detto di conoscere aspetti del caso Gentile che, se
rivelati, potrebbero «fare rovesciare tutte le cose», l’esigenza di
proseguire le ricerche appare ben fondata.