lunedì 18 aprile 2016

Il Fatto 18.4.16
Vi ricordate di Federico Caffè?
di Benedicta Boccoli

Vorrei scomparire”. Mi capita di dirlo per gioco. Chi non l'ha pensato almeno una volta. Lasciarsi dietro tutto, mollare e rifarsi una vita, un'identità, magari in uno di quei paradisi esotici che ogni tanto mi capita sott'occhio sfogliando l'Atlante Mondiale. C'è chi lo fa. Sparisce! Manolita mi ha parlato della scomparsa di Federico Caffè, un professore universitario, economista di fama mondiale. Il ragazzo che lei sta frequentando era un suo allievo e pare che tutti siano sconvolti da questa notizia. Ha colpito molto anche me che non lo conoscevo affatto. Una mattina all'alba è uscito senza chiavi di casa, senza portafoglio, senza documenti, senza niente. La polizia lo cerca da giorni ma non ha trovato nessuna traccia. Svanito nell'oscurità del tempo e dello spazio. Sono giorni che conservo la foto di questo vecchio signore, chiuso in un cappotto scuro, sobrio, elegante e appena sorridente. Interrogo il suo volto alla ricerca di un indizio, di una piega sottile del viso che riveli un' intenzione, che poi è diventata un progetto lacerante. Ma quanto doveva essere lacerato lui. I suoi allievi, gli amici, i colleghi lo cercano ovunque, forse con la convinzione di non ritrovarlo e di smettere di cercare per rispettare quella che, pur atroce, doveva essere la sua volontà. Manolita mi dice che gli scomparsi, i sommersi nel buio, come li chiama lei, sono tantissimi, alcuni illustri come Maiorana, altri sconosciuti, destinati in un faldone negli archivi della polizia e nella memoria di chi non può dimenticare. Papà sta partendo, mamma gli dà la valigia e lo aiuta a infilarsi il cappotto. Mi getto ad abbracciarlo: “È vero che torni?”-“ Certo bimba, dove vuoi che vada...”
(Ha collaborato Massimiliano Giovanetti)