lunedì 18 aprile 2016

Corriere 18.4.16
I vigili inquisiti? al loro posto
A Roma, oggi, può succedere davvero di tutto. Perfino che un agente di polizia urbana pizzicato a riciclare auto rubate rimanga imperterrito al proprio posto per 15 anni
di Sergio Rizzo

In quale città del mondo un agente di polizia urbana pizzicato a riciclare auto rubate rimane imperterrito al proprio posto per quindici anni? A Roma, naturalmente. Immaginiamo che pure Alfonso Sabella, assessore alla Legalità della giunta di Ignazio Marino, fosse cosciente di quanto ancora restasse da fare, dopo aver disposto la rotazione degli incarichi dirigenziali. Lo stato comatoso in cui ha trovato larghi strati dell’amministrazione capitolina è ben raccontato nel suo libro «Capitale infetta» scritto con Giampiero Calapà. E immaginiamo se ne sia fatto un’idea anche il presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone, che ha avvalorato anche la rotazione dei vigili urbani disposta dalla stessa giunta, misura contestatissima dai diretti interessati e poi fatta saltare dal giudice del lavoro in seguito a un ricorso sindacale azionato con il pretesto di un cavillo: i sindacati non erano stati preavvertiti. Sindacati, a quanto risulta, che non hanno mosso un dito negli anni perché chi ha sbagliato pagasse. Conosciamo la giustificazione: non tocca a loro punire i responsabili di corruzione e altri illeciti. Comprensibile. Ma il fatto è che non hanno provveduto nemmeno i responsabili, cioè gli uffici del Campidoglio.
Il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, deciso evidentemente a lasciare un altro segno del suo passaggio dopo aver denunciato il buco nero del patrimonio immobiliare, ha chiesto agli uffici una ricognizione sui procedimenti disciplinari a carico di dipendenti comunali accusati di reati più o meno gravi. Che ha dato risultati sconcertanti.
Negli armadi c’erano infatti 212 dossier relativi ad altrettanti procedimenti disciplinari ancora aperti. Alcuni relativamente recenti, se si pensa alle inchieste di Mafia capitale o alla cosiddetta operazione Vitruvio. Ma altri che risalivano addirittura alla fine degli anni Novanta. Fra questi ce n’è uno che riguarda un caso di quindici anni fa, quando alcuni vigili urbani furono coinvolti in un traffico di auto rubate. Sospesi in un primo momento e poi riammessi in servizio, non risultano essere mai stati trasferiti: e ora per la conclusione del procedimento disciplinare nei loro confronti che galleggia negli armadi comunali da tre lustri si sta aspettando la comunicazione del tribunale dell’estinzione del reato per «intervenuta prescrizione». Proprio così: prescrizione. E qui sono del tutto evidenti anche le responsabilità della magistratura. Il che però spiega solo in parte la situazione di lassismo generalizzato che la verifica ha fatto venire alla luce.
Succede che dei 212 procedimenti disciplinari ben 189 siano tuttora sospesi, in attesa che la giustizia faccia il proprio corso. Per quanto assurdo possa sembrare, è ciò che prevedono le norme, compresa la famosa legge Brunetta. Ma non è vero che il Comune non possa fare nulla contro i presunti corrotti o responsabili di altri reati fino alla sentenza definitiva. Può infatti adottare provvedimenti cosiddetti cautelativi, come il trasferimento, ma c’è il riscontro che almeno in un centinaio di casi questo non sia mai avvenuto. Tanto per reati minori (c’è stato anche un dipendente del Comune trovato a fare contemporaneamente l’amministratore di condomini) quanto per fatti particolarmente gravi. Qualcuno è riuscito perfino a farla franca fino alla pensione: in 9 se ne sono andati dal Comune per raggiunti limiti di età senza che fosse stato preso alcun provvedimento nei loro riguardi. Quanto ai licenziamenti, si contano sulle dita di una mano e mezza: nel 2015 sono stati sette.
Ragion per cui Tronca ha ora dato incarico ai capi del personale e della polizia municipale di riesaminare tutte le posizioni, una per una. Fra quei 212 ci sono 71 vigili urbani, ma soprattutto una quarantina di dipendenti e funzionari inquisiti per fatti che riguardano pratiche edilizie, uno dei settori più colpiti dalla corruzione. Ed è questo un aspetto considerato più preoccupante. Perché se il numero dei reati scoperti è rimasto pressoché costante negli anni, è la loro gravità a essere aumentata: tanto più che dai reati individuali si è passati a quelli di natura collettiva. Un altro benvenuto per il prossimo sindaco, chiunque sia.