Corriere 14.4.16
Il rischio di perdere Berlino
di Danilo Taino
Possiamo
perdere la Germania? Criticarla sì. Ma perderla? Il rischio, forse, non
è immediato. Ma non è nemmeno inesistente: rifugiati, economia,
tensioni ai confini del continente la stanno mettendo sotto una
pressione senza precedenti dalla fine della Seconda guerra mondiale.
S
pesso, queste crisi la isolano nella Ue. E, con la Germania, anche
Angela Merkel mostra la fatica della leadership. C’è il rischio che
anche i tedeschi si disamorino dell’Europa? Che prendano, nei fatti se
non formalmente, una strada solo loro? Sarebbe un fallimento gigantesco
per la Ue. E un problema enorme per l’Italia. Ieri, a Torino, si è
tenuto il secondo «Dialogo ad alto livello Italia-Germania», organizzato
dall’Ispi, al quale hanno partecipato i presidenti Sergio Mattarella e
Joachim Gauck. E dei temi che stanno facendo vacillare l’Europa si è
discusso a fondo. Sui tre grandi punti di crisi, Roma e Berlino sono
abbastanza vicine sui profughi; decisamente lontane sull’economia; a
corrente alternata sui conflitti ai confini, soprattutto sui rapporti
con la Russia. E in tutte e tre i casi la Germania è oggi più isolata di
un anno fa. A Torino ha però fatto apparizione una prospettiva nuova
sulla quale i due Paesi potrebbero lavorare per dare un orientamento
alla Ue. E, in questo, evitare anche che il Paese centrale in Europa si
senta isolato e l’Italia irrilevante. La proposta l’ha avanzata Norbert
Röttgen, presidente del Comitato Affari Esteri del Bundestag, uomo
vicino alla cancelliera. Il politico tedesco sostiene che le tre crisi
si tengono, non possono essere separate. L’Europa è di fronte — parole
sue — «a uno spartiacque», alle prese con «sfide mai viste prima» e le
affronta «nella situazione peggiore dai Trattati di Roma». In piena
«crisi di solidarietà, con ogni Paese che si muove su prospettive solo
nazionali». Ad avviso di Röttgen, affrontare singolarmente le tre grandi
crisi non porterà da alcuna parte. Occorre muoversi verso un
compromesso che egli chiama E4+1: Germania, Italia, Francia, Gran
Bretagna più Federica Mogherini. Che metta assieme rifugiati, economia
ed energia, «cioè il rapporto con la Russia». Non una costruzione
istituzionale ma pienamente politica. Che potrebbe trovare un primo
momento di verifica quando la rappresentante della politica estera Ue,
Mogherini, presenterà al consiglio europeo di giugno la sua European
Global Strategy. Un compromesso generale per rilanciare la Ue. Per
tenere vicina la Germania. Per dare un ruolo all’Italia. Un’idea nuova.