Repubblica Cult 13.3.16
Viaggiare nel tempo più veloce della luce
Un
fisico e un matematico esplorano tutte le ipotesi di spostamenti nel
futuro e nel passato, dalle teorie scientifiche a “Star Trek”
di Bruno Arpaia
«Curvatura
tre, signor Sulu», ordina il capitano Kirk al pilota dell’Enterprise. E
l’astronave di Star Trek schizza nello spazio più veloce della luce.
Del resto, se non potesse farlo, se dovesse “limitarsi” a viaggiare a
300 mila chilometri al secondo, sarebbe un bel problema tenere insieme
la federazione galattica, visto che, anche a quella straordinaria
velocità, un messaggio in partenza dalla galassia più vicina, quella di
Andromeda, impiegherebbe circa due milioni di anni per arrivare fino a
noi. Roba da fantascienza. Esattamente come i viaggi nel tempo, la cui
possibilità dipende dalla capacità di superare la velocità della luce,
oppure di scovare qualche “scorciatoia” nello spaziotempo che ci
permetta di andare nel passato o nel futuro (e di tornarne sani e
salvi).
E allora perché da almeno un secolo, da quando cioè
Einstein ci ha rivelato la trama del cosmo, scienziati rigorosi
dibattono su questi argomenti? Soprattutto perché, esplorando questi
territori di frontiera, i fisici si aspettano di apprendere molto su ciò
che ancora non sappiamo. A fare il punto ci pensano Allen Everett e
Thomas Roman in un libro che l’editore italiano ha intitolato Come
viaggeremo nel tempo, dando per certa una possibilità che gli autori
considerano remota. È un libro divulgativo, che presuppone la conoscenza
dell’algebra delle superiori; e tuttavia è un libro affascinante, in
cui gli autori passano in rassegna le congetture e le riflessioni
scientifiche sui viaggi nel tempo, dai tachioni (ipotetiche particelle
che viaggerebbero a velocità superiori a quella della luce) alla materia
esotica, dai
wormhole (cunicoli spaziotemporali che potrebbero
servire da scorciatoie verso il passato o il futuro) ai cilindri
infiniti di luce rotante, dalle stringhe cosmiche all’energia negativa.
Tutte le ipotesi vengono spiegate, e si resta stupefatti di fronte
all’enorme immaginazione dei fisici; però, ogni volta che Allen e Roman
confrontano quelle idee con ciò che sappiamo, emergono non solo
difficoltà “pratiche” di realizzazione, ma anche violazioni di leggi
fisiche ben conosciute o paradossi come quello del nonno: se tornassi
nel passato e uccidessi mio nonno non nascerei, e allora come potrei
tornare nel passato e ucciderlo?
Insomma, i nostri spostamenti nel
tempo sono rimandati, forse, a quando scopriremo come tenere insieme la
relatività e la meccanica quantistica e ci sarà più chiaro il
comportamento dell’universo. Per adesso, si può dire che «per tutto
quello che abbiamo imparato sullo spazio e sul tempo, e sulla materia e
sull’energia, sia valsa la pena di avere intrapreso questo viaggio».
COME VIAGGEREMO NEL TEMPO di Allen Everett e Thomas Roman IL SAGGIATORE
TRAD. DI P. BARTESAGHI PAGG. 364, EURO 24