Repubblica 5.3.16
Pell, l’imbarazzo del Vaticano: “Indifendibile”
di Orazio La Rocca
CITTÀ
DEL VATICANO. Il cardinale australiano George Pell, super prefetto del
dicastero dell’Economia vaticana, per la Santa Sede è un “caso”. E in
Vaticano cresce il silenzioso esercito pronto a brindare per vederlo
sollevato d’autorità dal suo prestigioso incarico. «Ormai non è più
difendibile » dicono Oltretevere quanti (anche tra vescovi e cardinali)
sono rimasti «delusi e sconcertati » per le risposte date dal porporato
in teleconferenza alla Commissione australiana che indaga sui preti
pedofili nella ex diocesi retta da Pell.
Malumori che, però, non
emergono nelle parole del portavoce papale, padre Federico Lombardi, che
– parlando ieri alla Radio Vaticana – ha dato atto al cardinale di
«aver contribuito a purificare la memoria della Chiesa» nella lunga
deposizione rilasciata alla Commissione d’inchiesta quando, tra l’altro,
ha chiesto scusa per non essere stato capace in passato di difendere le
vittime dai preti pedofili.
«Per un atteggiamento simile c’è solo
una strada da intraprendere, quella delle dimissioni », filtra tra i
prelati dei Sacri Palazzi, in particolare negli ambienti della
Penitenzeria Apostolica, il dicastero preposto al giudizio sui grandi
peccati (i Delicta Graviora), tra i quali le violenze sessuali di
prelati sui minori. E c’è anche chi – per sostenere le tesi del
“partito” delle dimissioni “immediate” di Pell – ricorda che «è stato
proprio papa Francesco a dire, di ritorno dal Messico, che i vescovi
colpevoli di omesso controllo sui casi di pedofilia tra il clero devono
dimettersi».
Di tutt’altro tono l’analisi di padre Lombardi,
secondo il quale Pell ha dato «una testimonianza personale dignitosa e
coerente» ricordando che «in molti Paesi i risultati dell’impegno di
rinnovamento sono confortanti, i casi di abuso sono diventati molto rari
e quindi la maggior parte di quelli di cui oggi si tratta appartengono a
un passato relativamente lontano di diversi decenni». Un risultato «né
piccolo, né indifferente» che per il portavoce pontificio si deve
«all’impegno coraggiosamente dedicato dai Papi ad affrontare le crisi
manifestatesi successivamente in diversi paesi e situazioni, come Stati
Uniti, Irlanda, Germania, Belgio e Olanda, Legionari di Cristo, con
norme e ordinamenti di controllo più restrittivi».
«Le ammissioni
di colpa del cardinale Pell lasciano abbastanza indifferenti, in quanto
oramai sono passati 15 anni e ben tre Papi, siamo oramai abituati alle
scuse, oramai non più credibili per noi vittime », risponde invece
Francesco Zanardi, portavoce della rete L’Abuso, organismo di tutela e
di denuncia di casi di pedofilia tra il clero. Ma proprio ieri da Lione è
arrivata un’altra pesantissima denuncia per un cardinale, il francese
Philippe Barbarin, accusato di aver coperto alcuni sacerdoti colpevoli
di violenze sessuali nei confronti di scout nel periodo compreso fra il
1986 e il 1991.