giovedì 3 marzo 2016

Repubblica 3.3.16
La lezione che viene dalla Sacra Famiglia
risponde Corrado Augias

GENTILE Augias, circa duemila anni fa un uomo sposato ad una donna molto più giovane di lui, adottò il figlio della partner. La coppia poi scelse di non procreare altri figli (così almeno si tramanda secondo dottrina). Di conseguenza possiamo pensare che il matrimonio non fu “consumato”. Ai giorni nostri ciò basterebbe al Tribunale della Sacra Rota per dichiarare nullo un matrimonio che avesse queste caratteristiche. Eppure la tradizione cattolica-cristiana ha sempre definito una così singolare unione “Sacra Famiglia”. Tutto ciò non dovrebbe far meditare gli oltranzisti del Family Day e stimolare in loro un po’ di comprensione e di misericordia?
Giovanni Cardellino — Aosta — giovannicard@tiscali.it
SÌ, dovrebbe ma le dottrine, politiche o religiose, hanno una forte resistenza al cambiamento; in questi giorni sulle unioni civili abbiamo visto un caso esemplare. Le incongruenze evocate dal signor Cardellino sono evidenti e infatti se n’è parlato più volte — con il dovuto rispetto, almeno per quanto mi riguarda, come sempre bisogna fare con le materie di fede composte con tale leggerezza che a volte basta un soffio a farle volare via. Evidente che da un punto di vista razionale e umano la costruzione della “sacra famiglia” non sta in piedi. Per chi è estraneo alla religione cattolica si tratta di un mito come i tanti che hanno costellato le vicende del genere umano. Ma anche se la si esamina da un punto di vista storico si vede che i quattro dogmi costruiti intorno alla figura di Maria emergono da forti e prolungati contrasti tra diverse correnti che hanno accompagnato la nascita del cristianesimo (qui mi avvalgo anche della competenza del professor Marco Vannini). Il primo, sulla verginità, scaturisce da una doppia polemica che la Chiesa nascente dovette sostenere al suo interno. Il secondo, che la proclama “madre di Dio”, venne deciso a maggioranza, a Efeso nel 431, in un concilio molto scorretto dominato dalla figura sinistra del patriarca di Alessandria Cirillo, persecutore di ebrei e pagani, mandante del linciaggio della filosofa neoplatonica Apazia, scorticata viva. Gli ultimi due (Immacolata concezione e Assunzione in cielo) sono riconosciuti solo dalla confessione cattolica. Controversa anche l’esistenza di possibili fratelli di Gesù. Sulla questione, schematicamente, sono state costruite tre possibili ipotesi. Secondo la prima, i fratelli di Gesù di cui parlano i vangeli e Paolo, sarebbero i figli di primo letto di Giuseppe, uomo anziano. Questo fanno capire alcuni «Apocrifi» che parlano del primo matrimonio e di un «vecchio Giuseppe». Così anche l’iconografia popolare che lo ritrae un po’ curvo, con barba spesso bianca. La seconda ipotesi, diffusa in ambito ecclesiale, sostiene trattarsi non di fratelli in senso proprio, bensì di cugini. Secondo la terza si tratterebbe invece di veri e propri fratelli nati dall’unione anche carnale tra Giuseppe e Maria. Secondo il professor Vannini si tratta di una tesi scarsamente seguita in passato, che però trova oggi sostenitori sempre più numerosi. Certo in ogni caso che, con tali precedenti, sarebbe stato preferibile uno spirito di maggior comprensione anche da parte dei cattolici più oltranzisti.