Repubblica 31.3.16
Trudeau, i muscoli del Canada pacifista
Il successo del giovane premier: così la leadership usa si scopre vecchia
Il suo è un messaggio politico prima che fisico: multiculturale e progressista
Justin Trudeau, 44 anni, premier canadese, mentre pratica yoga in gruppo (la foto è del giugno 2013)
di Vittorio Zucconi
WASHINGTON
MENTRE un terzetto di quasi, o ultra, settuagenari, Clinton, Trump e
Sanders, si strappano i non sempre abbondanti capelli per conquistare il
timone degli Usa, il grande vicino del Nord, il Canada, ostenta l’agile
e muscolosa forza del quarantaquattrenne Trudeau, suo fresco primo
ministro eletto e diventato ora la risposta nordamericana all’ostentata
fisicità del russo Putin.
Il premier canadese Justin Trudeau, 44 anni, fa yoga sulla scrivania, in una foto riapparsa in questi giorni sui social network
CHE
sia un involontario, o invece malizioso messaggio del Canada agli Stati
Uniti, nel contrasto fra la battaglia quotidiana dei possibili futuri
capi di stato Usa con rughe, calvizie, acciacchi, celluliti, flaccidità,
disturbi geriatrici, riporti e trapianti di peluria e la prorompente
fisicità del leader canadese, sarebbe politicamente scorretto insinuare,
ma le immagini valgono notoriamente più di mille parole. «I canadesi ci
stanno trollando », ha risposto una giornalista della Cnn che ha per
prima diffuso il book del Premier, che tradotto dall’internettese
significa «ci stanno sfottendo».
Il paradosso di una nazione che
si vuole giovane, come gli Stati Uniti, e dopo un filotto di quarantenni
succeduti a Bush il Vecchio nel 2001 ora si riscopre Paese politico per
vecchi, si illumina nella serie di immagini che filtrano dal Grande
Nord e ritraggono un uomo politico sfacciatamente vincente, senza la
prepotenza bellicosa di Putin, ma con la più mite e pacifica cultura
dello yoga.
Dagli archivi del 2013, spunta la foto di Trudeau
nella posizione detta del “mayurasana”, del pavone, bilanciato su un
tavolo reggendo il corpo lungo quasi un metro e 90 orizzontale sulle
mani, la stessa posa che il padre scomparso, anche lui premier, Pierre,
assunse per i fotografi.
Ma se la vanità sprizza dalle foto di
Putin, dalle espressioni volitive e machiste tra il domatore di belve e
il distruttore di oppositori, il “pavone” dello yoga rappresenta
tutt’altro, essendo la rappresentazione fisica del benigno volatile che
protegge la famiglia dalle serpi, simbologia del bene contro il male.
E
c’è qualche cosa di ancora più simbolico nella galleria del giovane
”liberal”, progressista, che lo scorso anno demolì a sorpresa la
maggioranza regnante dei conservatori con una vittoria elettorale
massiccia. Justin Trudeau, rampollo della famiglia che già aveva dato un
premier per 11 anni fra il ‘68 e il ‘79 e poi di nuovo negli Anni ‘80
nella persona del padre Pierre, ha stravinto con una piattaforma
elettorale “buonista” che si legge come l’esatto opposto degli umori
tossici prevalenti a sud della frontiera.
Lo yoga, del quale
Justin è un cultore accanito, come conferma il suo istruttore David
Gilleneau che ha diffuso la foto del “pavone”, è un messaggio politico,
prima che culturale o fisico.
Trudeau è dichiaratamente per
l’accoglienza, la pace, il multiculturalismo e la multietnicità, una
filosofia che si traduce bene nei voti della popolazione di immigrati
generosamente accolta in Canada, fra i quali ormai più di un milione di
indiani, 600mila soltanto a Toronto. Al polo opposto dell’omofobia e
della misoginia che impregna i repubblicani Usa, partecipa
entusiasticamente alle parate del Gay Pride. Esalta il “fitness” e la
vita nei “great outdoors”, l’immensità ancora intatta del Canada,
preferendo le slitte trainate dai cani sulla neve o il kajak sul quale
pagaia insieme alla moglie Sophie, ai jumbo jet con rubinetteria
placcata oro di Trump e alle scenografie dei comizi prodotti per la tv.
Danza il bhangra, il ballo popolare indiano, ripreso in un videoclip
divenuta virale. E si è messo in urto con il cardinale di Toronto per le
sue convinzioni “pro scelta”, per l’interruzione volontaria di
gravidanza, la marijuana e la contraccezione.
Di vent’anni più
giovane di Putin, che dall’alto dei suoi ben tenuti 63 anni distanza i
44 di Trudeau, il premier canadese ha portato più in là quel culto del
fitness fisico che per alcuni sta diventando la manifestazione tangibile
del fitness politico. Le danze, come l’ultimo tango argentino di Obama,
sono d’obbligo, come anche la first lady Michelle ha più volte esibito.
Ritratti di capi di stato e governo in palestra, o sudati nello
jogging, sono golosamente diffusi dagli uffici stampa.
Accenni di
pancetta e pinguedine sono letti come sinistri auspici di crisi
politiche e di sfacelo morale, in un culto della fisicità che ha
raggiunto il livello più desolante nella ripetute assicurazioni date da
Donald Trump sulle misure delle mani e sulla funzionalità dei suoi
genitali, un abisso mai raggiunto nella storia della politica americana.
Trudeau,
grazie allo yoga che promette un’esemplare fusione di fisicità e di
spiritualità riesce a essere fusto senza essere bullo, ricordando i suoi
trascorsi di attore e di uomo di teatro. Ma è chiaramente un uomo
politico di nuova generazione, quanto Putin è l’ultimo prodotto di un
antichissimo albero, ben oltre la semplice anagrafe che, a sud della
frontiera con gli Usa, ha offerto deprimenti quarantenni. Ancor più
vecchi dentro dei settuagenari in corsa per la Casa Bianca che li hanno
eliminati.