Corriere 31.3.16
Le immagini che non fanno dormire
di Raffaele La Capria
La
 sera mentre aspetto il sonno che tarda ad arrivare arrivano i brutti 
pensieri. Arrivano dalle notizie che ogni giorno ci assalgono e a volte 
ci prendono a tradimento, e quando meno ce lo aspettiamo ci troviamo 
inermi e indifesi di fronte alla realtà sovrastante, raccapricciante che
 ogni giorno e a ogni ora ci viene servita. Le immagini che la 
televisione ci trasmette ritornano assillanti e non ci permettono di 
dormire. Le immagini, ahimè le immagini! Che devastazione producono 
nell’animo, come vivremmo meglio se non ci fossero quelle immagini! 
Quelle folle di migranti davanti alle reti di sbarramento alla pietà. 
Quelle città ridotte a pietrame dai bombardamenti. E quei morti sparsi 
tra le macerie.
La follia che si è impadronita del mondo. La 
gratuità e la ferocia dei delitti quotidiani, teste prese a martellate, 
coltelli affondati nella carne, per vedere cosa si prova . La crudeltà 
ha creato una dismisura, uno spostamento che mette a dura prova le 
nostre capacità di sopportazione. Sarebbe un male peggiore fare 
l’abitudine a tutto questo, diventare preda dell’indifferenza. Meglio 
non riuscire a dormire, meglio l’orrore che ti tiene sveglio. Ma a volte
 le capacità di resistenza cedono e tu diventi preda dei brutti 
pensieri, nel buio della stanza e nel buio dell’anima, e ti agiti tra i 
cuscini, e pensi.
Pensi che c’è una metà della popolazione del 
mondo, mezzo miliardo di persone, che ci odia, non sappiamo nemmeno se a
 torto o a ragione. Di quella metà del mondo noi gente comune nulla 
sappiamo, né la lingua né i pensieri, sappiamo solo che ci vuole 
annientare, che ci vuole morti. Così stanno le cose, e la normalità 
della vita che viviamo a volte ci sembra assurda. Siamo immersi nelle 
nostre faccende mentre la casa brucia. Tutto questo provoca un senso di 
irrealtà, qualsiasi progetto, qualsiasi work in progress, sembra vano, 
perché agitarsi, darsi da fare, se le cose stanno così? È questo che a 
volte, nei momenti peggiori, noi pensiamo.
Di fronte a tale stato 
delle cose la politica appare come un inutile gioco di scacchi, che non 
interessa nessuno perché avviene in un luogo chiuso e autoreferenziale, 
un'avvilente lotta per il potere di una fazione contro una fazione, in 
una totale assenza di un rapporto con la gente. A volte questi politici 
ci appaiono come degli extraterrestri che credono importanti cose che a 
noi gente comune appaiono di nessuna importanza, e usano aggettivi 
esorbitanti, come «epocale», per cose che ai più appaiono irrilevanti. 
Vivono in un loro mondo di contrasti, un mondo chiuso e quasi sempre 
incomprensibile a causa della sua vacuità. «Aria fritta», si diceva, ed è
 proprio così, aria fritta. Parlano tra di loro con un loro linguaggio 
che vale solo per loro, mentre intorno a loro il mondo, quello vero, è 
in subbuglio. E tutto questo ci mette in ansia, ci impedisce di dormire,
 è causa della nostra insonnia .
 
