Repubblica 2.3.16
Dall’Ncd a grillini e dem ecco il fronte trasversale contro l’utero in affitto
Di Maio: ora un referendum. Alfano: no adozioni gay Bersani contro Renzi: diventiamo la Casa delle libertà
di Goffredo De Marchis
ROMA.
Il disegno ndi legge sulle adozioni non c’è, ma la battaglia sì. Alla
vigilia dell’assemblea del gruppo del Pd alla Camera chiamato ad avviare
la discussione sulla riforma, Angelino Alfano cerca di fermare tutto.
Non solo la stepchidl adoption, ma anche l’adozione diretta da parte
delle coppie gay. «Ribadiamo il nostro no a ogni forma di adozione da
parte di coppie formate da persone dello stesso genere.Siamo al lavoro
su due disegni di legge. Il primo sull’utero in affitto come reato
universale (punibile in Italia anche se commesso all’estero). Il secondo
sulle misure di sostegno fiscale alla famiglia e di aiuto alla
natalità. Un Paese che non fa figli, è un Paese senza futuro».
Dunque
si riparte da qui, da dove ci si era fermati con le unioni civili.
Contro la maternità surrogata, che ormai viene vissuta come sinonimo
della stepchild, il fronte è vasto e trasversale. Sul Corriere Beppe
Grillo esprime la sua contrarietà netta entrando a piedi uniti nella
nascita del bimbo di Nichi Vendola e del suo compagno Ed. A Repubblica
tv Luigi Di Maio conferma: «Non ci piace il supermarket dei bambini, non
hanno il codice a barre». E sulle adozione delle coppie gay propone un
referendum, che sembra un altro no. Del resto la sinistra non ha dubbi
meno profondi perché anche Pier Luigi Bersani si dice «non convinto»
dalla maternità surrogata pur essendo «amico di Vendola». Meno
amichevole è il fondo di Avvenire, il quotidiano dei vescovi. «Il triste
mercato dell’umano cresce, e ha ingressi di destra e di sinistra —
scrive il direttore Marco Tarquinio — . Si smetta di chiamarli diritti».
Tarquinio denuncia anche il lessico «compiacente » della Rai sulla
vicenda.
Il Pd, per evitare altri scivoloni, deve giocoforza,
avere come base di partenza queste posizioni. Non è un caso che la
fretta dei giorni immediatamente successiva al voto del Senato adesso
sitrasforma in un cammino più lento e più ponderato. Che deve prendere
le mosse dall’unità del Partito democratico. Il ministro della Giustizia
Andrea Orlando replica ad Alfano ma sembra anche parlare alla sua
parte. «Bisogna ammainare gli stendardi, non cominciamo con
contrapposizioni ideologiche. All’Italia occorre una nuova legge sulle
adozioni, basta non partire con il piede sbagliato».
Questa è la
linea scelta anche dal gruppo del Pd e dal presidente dei deputati
Ettore Rosato. Una linea che potrebbe portare a stralciare (un’altra
volta) la stepchild adoption per arrivare a un risultato che riconosca
diritti anche alle coppie omosessuali. Spiega il capopgruppo in
commissione Giustizia Walter Verini: «Ci sono 30 mila minori negli
istituti. Possiamo prevedere che siano adottabili anche da partner delle
unioni civili in modo da disincentivare la maternità surrogata? Con
questo argomeno secondo me sì». La legge del Pd potrebbe poi prevedere
una maggiore velocità per le pratiche internazionali, sanzioni
rafforzate per l’utero in affitto e alla fine ma solo alla fine una
sanatoria per i bambini che già vivono dentro una famiglia omosessuale.
La politica dovrebbe dare un indirizzo per i 590 minori che sono già
dentro la continuità affettiva di una coppia gay. Stasera nella riunione
dei dem si seguirà questo schema. Eliminando la bandiera della
stepchild, la strada puo essere meno in salita.
In salita è invece
il rapporto tra Renzi e la minoranza Pd. Bersani giudica «arrogante» il
no dei renziani al congresso anticipato. E la maggioranza con Verdini
il vero esempio della «casa delle libertà dove ognuno fa come gli pare».