Corriere 2.3.16
Vendola e le parole di Grillo
Di Maio approva e rincara. Il fastidio della base M5S
Beppe Grillo è intervenuto sulla questione dell’utero in affitto con una lettera al «Corriere»
Il leader si è detto «spaventato» dall’idea e ha criticato gli opinionisti tv
di Emanuele Buzzi
MILANO
In linea con il leader, ma con un certo distacco. I parlamentari del
Movimento si schierano sulla questione dell’utero in affitto sollevata
da Beppe Grillo con la sua lettera al Corriere . Lo fanno un po’
sottotono, senza il solito battage sul blog e sui social network.
«Condividiamo le sue posizioni — spiega un senatore —, ma forse su temi
etici così sensibili e dopo le polemiche legate alla discussione sul ddl
Cirinnà preferiamo una maggiore riservatezza». In realtà qualche voce
fuori dal coro c’è (soprattutto alla Camera). L’ala cattolica dei Cinque
Stelle — Azzurra Cancelleri e Tiziana Ciprini in testa — si fa sentire.
«Lettera bellissima», commenta la parlamentare siciliana.
Anche
gli ortodossi sposano le idee del fondatore dei Cinque Stelle. «Sono
d’accordo su tutta la linea, compresa la paura dell’utero in affitto —
dice la neomamma Barbara Lezzi —. Sono temi che non si possono
affrontare con superficialità. Ed è giusto porsi dei limiti». «Grillo è
sempre stato se stesso, quella sulla questione dell’utero in affitto —
ha spiegato invece Luigi Di Maio a Repubblica tv — è una considerazione
sacrosanta, non possiamo pensare di mettere il codice a barre ai
bambini, andare al supermercato a comprarli. Il supermarket dei bambini
va chiuso». Il vicepresidente della Camera ha aggiunto: «Per le coppie
omosessuali l’adozione sic et simpliciter va affrontata con un
referendum popolare». Nel direttorio prende la parola oltre a Di Maio
anche Carla Ruocco: «Prima del mondo della politica deve essere scosso
il mondo delle donne perché questa pratica è condotta per scopi
economici», dice in un’intervista al Tg2000 , il telegiornale della tv
dei vescovi. E conclude: «È paradossale quando le scoperte della
medicina e la tecnologia collaborano per tornare al più pesante
oscurantismo». Dello stesso avviso anche la candidata sindaco a Roma
Virginia Raggi: «Da donna e da madre ritengo la pratica dell’utero in
affitto inammissibile».
L’intervento di Grillo provoca reazioni
differenziate nella base. Molti attivisti indicano uno spostamento a
destra del Movimento, ma i più critici sono i pentastellati vicini alle
comunità lgbt. «Dopo il voto di coscienza sulla stepchild e tutte le
cretinate che sono seguite dobbiamo farci una domanda. Inseguiamo i voti
mettendo i diritti sotto terra?», si chiedono sulla loro pagina
Facebook gli Amici 5Stelle diritti civili e Lgbt. C’è anche qualche ex
che invece plaude l’intervento del leader. Come Paolo Becchi, che
twitta: «È un peccato che Grillo abbia lasciato il M5S, con lui — come
mostra il pezzo apparso sul Corriere — era veramente qualcosa di
diverso».
Ma dietro alle dichiarazioni prudenti del Movimento, in
realtà, c’è una strategia precisa. Venerdì mattina la pattuglia del
direttorio si è confrontata a Milano con Gianroberto Casaleggio. Un
vertice di qualche ora. Tra gli argomenti che i cinque deputati hanno
messo sul tavolo anche le «uscite» — a livello comunicativo — che hanno
creato malumori e imbarazzi tra i Cinque Stelle nelle ultime settimane.
L’indice è puntato contro i senatori. L’idea è quella di «evitare
sparate personali» e di circoscrivere gli interventi su temi etici. Ieri
un’assemblea degli eletti a Palazzo Madama ha affrontato proprio la
questione. Il punto di sintesi tra le diverse opinioni è quello di dare
l’idea di una «maggiore compattezza», ma i malumori all’interno del
gruppo cinquestelle sono solo assopiti.