martedì 29 marzo 2016

Repubblica 29.3.16
LA PSICOLOGA
Che guaio se si spezza il cuore
PROBLEMI DI CUORE? Vai dallo psicologo. Sembra ovvio, considerato il legame tra patologie cardiovascolari e depressione: «Eppure l’aspetto psicologico di queste patologie è ancora molto sottovalutato», spiega Alessandra Gorini, responsabile, sotto il coordinamento di Gabriella Pravettoni, dell’unità di Psicologia dell’Istituto Monzino. Il cuore è un organo con un significato importante anche a livello simbolico: ci sono malattie croniche altrettanto gravi, come il diabete, che sono vissute in modo meno traumatico. E il disagio dei cardiopatici si esprime in diverse forme: c’è la sensazione di prendere il controllo della propria vita, lo stile di vita da cambiare. E poi l’ attesa dell’intervento, o in qualche caso del trapianto, l’impianto di un dispositivo esterno, o semplicemente di un pacemaker. «Convivere con l’idea che la nostra vita dipenda da un meccanismo, da qualcosa di estraneo a noi non è facile, può causare ansia e depressione », spiega Gorini. Per qualcuno il disagio emerge subito, per altri più tardi. Con conseguenze anche pesanti visto che la depressione è un fattore di rischio che incide sulla mortalità. Per i cardiopatici l’intervento dello psicologo è previsto solo dove è presente un’unità di riabilitazione. «Invece è importante che tutti ricevano una valutazione immediata: basta un questionario adeguato per individuare i pazienti a rischio depressione, cui proporre un colloquio con lo psicologo che affianchi la terapia medica», ricorda Gorini. L’obiettivo è quello di individuare prima possibile i soggetti a rischio, con tratti di personalità o disagi psicologici che possono compromettere la prognosi della malattia cardiovascolare, per aiutarli ad affrontare tali problemi in tempi rapidi . «Ma vogliamo anche fare ricerca – conclude Gorini – e studiare i pazienti depressi, per capire quali sono i fattori più legati alla malattia cardiovascolare e valutare se l’intervento dello psicologo modifichi la prognosi». ( p. e. c.)