Repubblica 18.3.16
Banche, immobili e P3 record di processi per Denis uomo d’affari
Dalla
bancarotta alla truffa fino al condizionamento di organi costituzionali
attraverso il sodalizio con Dell’Utri. Ecco il Verdini versione
imputato
Le accuse sono tutte legate al sistema di potere di cui
l’ex coordinatore forzista era diventato il perno Il sorprendente
contratto con cui gli veniva garantito un milione di euro da un altro
parlamentare
di F. S.
FIRENZE. «Collezionista di
processi», lo ha definito qualcuno. In pochi anni Denis Verdini si è
trovato assediato dalle inchieste. Dopo la condanna di ieri, altri
processi lo attendono. E probabilmente lui, come è suo costume, si
presenterà per difendersi.
Nel 2002 fu processato a Firenze per
violenza sessuale. Lo accusava una cliente della banca di cui era
presidente, il Credito Cooperativo Fiorentino di Campi Bisenzio.
L’onorevole
azzurro fu sempre presente in aula, non fece perdere
tempo al tribunale, si difese nel merito e fu assolto. Dopo otto anni,
nel 2010, è tornato sotto accusa per reati completamente diversi, legati
– secondo le accuse – al sistema di potere che aveva fatto crescere
intorno a sé: associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, truffa
ai danni dello Stato, fatture per operazioni inesistenti, finanziamento
illecito, corruzione.
Per più di tre anni le accuse contro di lui
sono rimaste congelate in attesa della autorizzazione all’uso delle
intercettazioni. Il 9 aprile 2014 il Senato ha dato il via libera e da
quel momento Verdini ha accumulato cinque rinvii a giudizio. Uno è
quello per corruzione nella vicenda della Scuola Marescialli, che ieri
gli è costato la prima condanna. A Firenze il senatore è andato a
giudizio il 15 luglio 2014 con altre 44 persone. Le accuse: associazione
a delinquere, bancarotta per il crac del Credito Cooperativo
Fiorentino, truffa per aver percepito illecitamente 12 milioni di
contributi per l’editoria, fatture per operazioni inesistenti (tangenti
mascherate, secondo le accuse). Il dibattimento è in corso. Verdini sarà
interrogato il 12 aprile. Il senatore ha sempre difeso la sua gestione
della banca di Campi «che tanto ha favorito lo sviluppo del territorio»,
attribuendone il commissariamento e il fallimento al «chiasso mediatico
pesantissimo, falso ma pesantissimo » seguito all’inchiesta sulla
Scuola Marescialli.
Due mesi dopo il primo rinvio a giudizio a
Firenze, ne è arrivato un altro a Roma. Il 22 settembre 2014 Denis
Verdini è stato mandato a processo per finanziamento illecito con il
senatore all’epoca di Forza Italia Riccardo Conti. Il 31 gennaio 2011
Conti aveva comprato per 26,5 milioni una palazzina in via della
Stamperia a Roma e l’aveva rivenduta poche ore dopo all’ente di
previdenza degli psicologi per 44,5 milioni. Pochi giorni più tardi
aveva versato un milione alla moglie di Verdini, Maria Simonetta
Fossombroni, in forza di un contratto di finanziamento stipulato mesi
prima con Verdini e contenente una clausola stupefacente. Il
finanziamento promesso era di 10 milioni ma si stabiliva che, se non
fosse erogato, Conti avrebbe dovuto corrispondere a Verdini una penale
di un milione. E così è avvenuto.
L’inchiesta sulla P3, presunta
associazione segreta «volta a condizionare il funzionamento di organi
costituzionali e di rilevanza costituzionale », si è chiusa il 3
novembre 2014 con numerosi rinvii a giudizio. Verdini è accusato con
l’amico ed ex senatore Marcello Dell’Utri di corruzione, illecito
finanziamento e abuso d’ufficio per i rapporti con alcuni imprenditori
interessati ad investimenti nell’eolico in Sardegna. Il processo è in
corso.
Qualche mese di tregua e il 23 luglio 2015 è arrivato un
nuovo rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta. Una impresa edile
aveva un debito di 4 milioni con il Credito cooperativo fiorentino e,
secondo le accuse, Verdini architettò un sistema per farsi restituire il
debito con un giro di false fatture, in danno degli altri creditori. (
f. s.)