mercoledì 16 marzo 2016

Repubblica 16.3.16
Spike Lee: “Solo Sanders lotta per noi neri”
“Ha gli Stessi obiettivi di Martin Luther King”
Durante un dibattito in chiesa attacca i Clinton: “Bill è responsabile della peggiore legge contro gli afroamericani”
intervista di Anna Lombardi

CHICAGO. Spike Lee ha visto la luce: quell’uomo dai capelli bianchi e i grandi occhiali da nerd che «alla Casa Bianca farà la cosa giusta». Sì, il regista afroamericano che più di tutti i suoi colleghi di Hollywood si è speso in favore di Bernie Sanders, lo ha ripetuto anche qui, sotto l’immenso Cristo africano che domina l’altare della chiesa di Santa Sabina a Chicago, fra gli «amen» della folla, durante una conversazione alla vigilia del voto con l’icona nera del football Jim Brown.
Ma qui non ci sono i Blues Brothers: e nonostante le stoffe africane come paramenti sacri alle pareti e gli anziani col farfallino che accompagnano i visitatori alle panche, l’atmosfera non è quella gioiosa della pur vicina Pilgrim Baptist Church dove Jake ed Elwood incontravano Dio e il James Brown del film. Questa è “Chi-raq”, che non è solo il titolo dell’ultimo film di Spike Lee, ma lo slang nato per indicare la turbolenta zona a sud della città dove “Chicago incontra l’Iraq”: e le battaglie fra gang fanno tanti morti (2.705 nel solo 2015), quanto una guerra vera. «È l’educazione scolastica l’arma per combattere il degrado», dice il regista. «E il voto ne è lo strumento. Sanders parla di assistenza sanitaria universale, sussidi per tutti, la fine dell’avarizia di Wall street e lo smantellamento del sistema carcerario com’è ora. Non sono forse gli stessi obiettivi per cui Martin Luther King ha combattuto tutta la vita?».
Che la discussione politica si svolga all’ombra della croce, non stupisca. Qui le chiese sono l’ultimo avamposto: capaci di muovere masse e mandarle al voto. Non a caso, tutte le domeniche ci si può perfino registrare alle liste elettorali. Per questo non c’è politico o attivista democratico che non venga a baciarne l’altare. Lo sa bene Bernie Sanders che sabato si è fatto fotografare abbracciato al potentissimo Jesse Jackson, che di Martin Luther King, proprio qui a Chicago, fu il braccio destro. E lo sa Hillary, che nello stesso South Side, domenica, ha mandato in pellegrinaggio il marito Bill. Sperando di ripetere il miracolo della Carolina del Sud: dove dopo i successi risicati in Iowa e Nevada e la batosta del New Hampshire, era stato proprio il voto afroamericano a rilanciarne la campagna.
«La comunità afroamericana è stata devota ai Clinton fin dall’elezione del 1992», ricorda il regista nero. «Ma perché? Bill Clinton è il responsabile del più importante aumento di arresti di qualsiasi altro presidente d’America. Ci sono intere famiglie che crescono senza padre, perché per quella legge voluta da lui, anche per futili motivi, è finito in galera. E lei non è migliore di lui». Ecco perché Spike Lee è venuto a Chi-raq, anche lui a caccia di miracoli.