Repubblica 15.3.16
Bassolino “bocciato”, più vicina la lista anti Pd
Renzi sfida la minoranza: ci vediamo al congresso
di Goffredo De Marchis
ROMA.
Non è ancora finita la partita delle primarie che ne ha aperta una
ancora più grande sul destino del Pd. A Napoli è stato respinto il
ricorso bis di Antonio Bassolino. La commissione di garanzia ha
dichiarato il suo “game over”: «Non si possono conteggiare i voti
inquinati», il verdetto. Ma l’ex sindaco si appresta a cominciare solo
ora. «Non se ne possono uscire così, è una presa in giro», scrive su
Facebook. Ha il sapore di una dichiarazione di guerra. Messa assieme
alla manifestazione di sabato scorso al Teatro Augusteo, agli appelli
dei suoi sostenitori, alla possibilità di intercettare i voti dei delusi
del Pd, di una parte della minoranza dem, di pezzi di sinistra,
costruisce la possibilità di una lista civica di Bassolino che corre
contro tutti, compreso il suo partito.
Resta aperta la strada di
un ricorso-ter stavolta alla commissione nazionale. E lunedì c’è un
altro passaggio molto atteso: la direzione del partito convocata da
Matteo Renzi per un chiarimento finale con gli oppositori interni. Ma le
parole dell’ex sindaco di Napoli suonano come una presa d’atto: inutile
provarci da dentro, meglio combattere fuori. La sfidante Valeria
Valente canta vittoria: «Il risultato ora è chiaro e definitivo». Il suo
big sponsor Andrea Orlando avverte: «Mi auguro che prevalga una comune
responsabilità adesso e che non ci siano rischi di spaccature». A
Napoli, dove il sindaco uscente Luigi De Magistris è già in testa nei
sondaggi, una lista alternativa al Pd lascerebbe poche chance di
vittoria a Valente e qualche difficoltà anche a raggiungere il
ballottaggio.
Se sia la resa dei conti con la minoranza la
soluzione giusta, Renzi lascia ancora il giudizio in sospeso. Molti gli
consigliano di non rompere del tutto. E il premier scrive nella sua
corrispondenza ai militanti che l’appuntamento è per la direzione «e
soprattutto al congresso del 2017». Un modo per spostare più avanti le
lancette dello scontro. «Il dibattito interno di tutti i partiti
(talvolta purtroppo anche del Pd) sembra surreale. Ai miei compagni di
partito che pongono grandi problemi sulla visione strategica della
sinistra, dico che ne parleremo». Ma non rimettendo in discussione la
gestione delle comunali e le decisioni uscite dai gazebo, anche se
contestate, anche se non sempre pulite al 100 per cento.
Significa
che indietro non si torna, nemmeno nel capoluogo campano. «A tutti
quelli che invece criticano le primarie — continua il premier — voglio
dire che le primarie sono uno strumento serio per favorire la
partecipazione e aprire la classe dirigente dei partiti al rapporto con i
cittadini. Certo, qualche volta si registrano casi antipatici, non è
una discussione nuova». Antipatici non vuol dire inquinati, non vuol
dire gravi tanto da annullare l’esito o capovolgerlo. È un messaggio per
Bassolino. «Io ricordo che quando ho perso le primarie del 2012 molti
dei miei amici volevano fare ricorso perché in intere regioni c’era la
poco simpatica abitudine di bruciare schede e verbali senza la
possibilità di ricontare. Allora presi il microfono e dissi la verità:
che avevo perso. Punto. Può accadere di perdere. E solo chi sa perdere
potrà imparare a vincere». E questo è un messaggio per la minoranza, che
dopo la tre giorni di Perugia, deve decidere come affrontare la
direzione.