martedì 15 marzo 2016

Repubblica 15.3.16
Intervento in Libia, summit militare a Roma
di Vincenzo Nigro

ROMA. L’orologio della crisi libica sembra essersi rimesso in movimento. Dopo la decisione dell’Onu (sostenuta da Usa e Ue) di avviare una procedura che individua il governo di Fajaz Serraj come unico governo riconosciuto in Libia, le Nazioni Unite oggi partecipano a Roma a una riunione al Ministero della Difesa in cui militari di 30 paesi discuteranno la creazione di una forza di stabilizzazione della Libia. «Non è ancora una “
generation force conference”, ma una riunione preparatoria », dice una fonte del Ministero della Difesa: la “ generation force conference” è un momento ben preciso nella creazione delle forze internazionali, quello in cui ogni paese mette sul tavolo i soldati, gli aerei, le navi, gli assetti che è pronto a destinare all’impegno Onu. Ed è il momento in cui il paese leader (in questo caso l’Italia) inizia a capire come mettere in piedi il corpo di spedizione.
In ogni caso il momento in cui la missione militare per la Libia verrà creata è sempre più vicino: il nome c’è già, si chiamerà “Liam” ( Libya International Assistance Mission) e seguirà i requisiti politici che nelle ultime settimane sono stati indicati più volte dal premier Matteo Renzi e dai ministri Gentiloni e Pinotti: nessuna “invasione”, solo una missione di assistenza militare che venga richiesta da un governo di unità nazionale libico.
Il vertice di oggi si tiene all’ex aeroporto militare romano di Centocelle, dove è il Comando Operativo interforze italiano, il luogo che presumibilmente ospiterà anche il comando della Liam.
Le condizioni per schierare questa forza militare in Libia ancora non ci sono. Ma da qualche giorno l’Onu ha deciso di accelerare nel negoziato, di fatto esautorando i capi politici di Tobruk e Tripoli dal processo diplomatico. Ieri a Bruxelles la Ue ha bloccato l’adozione di sanzioni individuali contro i capi libici che ostacolano il processo per un governo nazionale. La Francia ha detto che vorrebbe sanzioni contro Agila Saleh, presidente del Parlamento di Tobruk e contro Nouri Abusahmin e Khalifa Ghweil, presidente del Parlamento e capo del governo di Tripoli. La Grecia si sarebbe opposta alla decisione. Così il ministro degli Esteri della Ue Federica Mogherini ha potuto solo annunciare il generico avvio della procedura per «adottare sanzioni contro chi in Libia lavora contro la formazione di un governo di unità».