Repubblica 13.3.16
La Grecia spinge i rifugiati in Albania
di Chiara Spagnolo
BARI.
Per ora sono 162 ma nei prossimi giorni potrebbero arrivarne duemila:
sono i profughi siriani che il governo greco ha fatto trasferire in
autobus a Konitsa, sempre più vicini all’Italia.
Il paese in cui è
stato realizzato un campo di accoglienza è a pochi chilometri dalla
frontiera albanese e a un centinaio dalla costa settentrionale ellenica,
che poche miglia nautiche separano dalla Puglia, dove l’ora x della
ripresa degli sbarchi sembra sempre più vicina. Tanto che a Lecce si
prepara il piano preventivo di protezione civile mentre Guardia costiera
e Guardia di finanza controllano incessantemente il mare. La Grecia
vive situazioni al limite della crisi umanitaria con i 14.000 disperati
che si affollano a Idomeni senza speranza di entrare in Macedonia, e i
4.500 costretti nel camping dell’orrore del porto del Pireo. Per questo
il piano del governo di Atene ha previsto lo smistamento dei migranti in
diversi punti del territorio nazionale. Il vice ministro della Difesa
greco Dimitris Vitsas ha spiegato che ai rifugiati rimasti bloccati dopo
la chiusura della rotta dei Balcani il governo di Atene ha iniziato a
distribuire dei volantini in arabo, farsi e pashtu, per invitarli a
trovare rifugio in altri centri. Ma l’avvicinamento al confine albanese e
all’Adriatico sembra la cronaca annunciata di nuovi viaggi della
speranza verso la Puglia. Il rischio, paventato dagli investigatori, è
che piccoli natanti offrano il trasporto profughi dalla costa ellenica,
visto che il mare dista poco più di cento chilometri da Konitsa e
nemmeno quaranta da Filippiada, dove è stato allestito un altro campo, e
che i migranti sono ospiti e non reclusi. Liberi di allontanarsi e di
cercare di attraversare il mare oppure la frontiera montuosa con
l’Albania, che la polizia (con il supporto anche di venti agenti
arrivati dall’Italia) controlla ai varchi ma non può certo pattugliare
palmo a palmo. Intanto tensioni continuano a registrarsi a Calais, in
Francia, dove procede lo sgombero dell’accampamento detto Giungla e 14
persone sono state arrestate durante una manifestazione xenofoba di
attivisti dell’estrema destra.