La Stampa 13.3.16
Migliaia di polacchi in piazza
“Costituzione in pericolo”
di Monica Perosino
Il
numero cresce di settimana in settimana. Ogni domenica le strade di
Varsavia e delle più grandi città polacche si riempiono di migliaia di
persone. Un mare di bandiere rosse e bianche, puntinate da quelle blu
dell’Unione europea.
Succede da quando, il 22 dicembre scorso, il
governo ultranazionalista ed euroscettico di Beata Szydło, guidato in
realtà dal potentissimo leader del Pis Jaroslaw Kaczynski, ha varato una
serie di riforme che di fatto accentrano i poteri sull’esecutivo. Dal
controllo sui media - rimossi i direttori delle radio e tv pubbliche e
sostituiti da nomi scelti dal governo -, alle nomine ai vertici delle
agenzie anticorruzione e di Intelligence del Paese, l’escalation
dell’esecutivo si è spinto fino all’ultima mossa, quella che gli
permette di mettere le mani sulla magistratura.
E ieri le decine
di migliaia di persone in piazza protestavano proprio per quello che
molti vedono come una minaccia allo stato di diritto in Polonia, una
riforma che ha di fatto paralizzato la Corte costituzionale.
La
nuova legge prevede non solo la nomina diretta di cinque giudici ma
soprattutto che il ministro della Giustizia diventi automaticamente
anche procuratore generale dello Stato, dunque massima autorità della
magistratura, con buona pace della separazione dei poteri.
Mercoledì
scorso la Corte costituzionale polacca, sfidando il Pis (Diritto e
giustizia, al potere dalla scorso 25 ottobre) aveva emesso una sentenza
in cui definiva incostituzionali le leggi che di fatto impedivano alla
Consulta stessa di vagliarle. Il governo ha fatto spallucce, anzi,
Kaczynski l’ha giudicata «irrilevante» e il governo ha rifiutato di
pubblicarla (e quindi di renderla «operativa»).
Ieri la
manifestazione più ampia si è avuta nella capitale dove un’enorme folla
ha marciato davanti al tribunale costituzionale e poi verso il palazzo
del presidente. I manifestanti hanno voluto mostrare il loro sostegno
alla Corte e chiedere allo stesso tempo al partito al potere di tornare
sulle proprie decisioni. È solo di due giorni fa la nota ufficiale della
Commissione di Venezia, l’organo del Consiglio d’Europa composto da
esperti internazionali, che a Varsavia ricorda: «rendere inefficace la
Corte Costituzionale mette a rischio la democrazia, i diritti umani e lo
stato di diritto in Polonia».