Repubblica 11.3.16
Bassolino ora sfida il Pd E la minoranza attacca “Renzi richiami Orfini”
Napoli, l’ex sindaco raduna i sostenitori dello strappo “Ma tra i quattro in gara io il solo che votò per Matteo”
di Giovanna Casadio Ottavio Lucarelli
ROMA.
Antonio Bassolino fa un altro passo verso lo strappo dal Pd. Oggi
presenta un secondo ricorso dopo la sconfitta alle primarie e la
bocciatura di un primo reclamo. E domani chiama a raccolta i suoi
sostenitori in un teatro: la tentazione sempre più forte è presentare
una “lista separata” dal Pd alle comunali. Lo stesso hashtag
#napoliriparte, che l’ex sindaco usa sui social, potrebbe diventarne il
logo. «Ho prenotato un teatro - avverte Bassolino parlando a “Otto e
mezzo” ospite di Lilli Gruber - per reagire a un’arroganza
insopportabile verso i napoletani, sconcertati dal modo in cui il Pd
affronta i fatti delle primarie con un video che testimonia cosa è
successo all’esterno di sei seggi. Continuerò fino in fondo, vedremo se
chiudono gli occhi ».
Bassolino non accetta la sconfitta da parte
di Valeria Valente. Per lui sono scandalosi i video sugli scambi di
denaro all’esterno di alcuni seggi: «La bocciatura del mio ricorso è
illegittima. E dire che tra i candidati a sindaco sono l’unico ad aver
votato Renzi. Ma i dirigenti nazionali come Orfini hanno detto che a
Napoli era tutto a posto. La questione è stata chiusa a Roma prima che a
Napoli ». E poi un nuovo affondo: «Il Pd va verso il suicidio. Io
chiedo l’annullamento del voto in sei seggi in cui si può anche rivotare
».
Bassolino chiama a raccolta i napoletani mentre a Roma il Pd
tenta una mediazione. Il vicesegretario Lorenzo Guerini potrebbe
incontrare Bassolino. Il premier Matteo Renzi invece non parla
esplicitamente del caos primarie. Durante l’apertura di una galleria
sulla Salerno-Reggio Calabria si limita a esaltare “l’Italia del fare”.
«A noi non interessa la discussione della politica politicante. Sui
giornali tutte le mattine e c’è la discussione tra gli addetti ai lavori
nei partiti. Cose che agli italiani non interessano ».
La
sinistra interna del Pd invece tiene alti i toni. E da oggi a domenica
si riunisce a San Martino in Campo, luogo evocativo dell’Ulivo di Prodi
che qui tenne il conclave di governo nel 2006. Gianni Cuperlo lancia la
parola d’ordine: «Houston, abbiamo un problema. Serve una federazione
tra le sinistre che allarghi il campo. Sennò il Pd perde se stesso». E
lo stesso Cuperlo attacca il presidente del partito Matteo Orfini:
«Renzi gli rivolga un richiamo, un invito all’osservanza della funzione
di chi svolge ruoli di garanzia ». Sempre al premier-segretario si
chiede di non trasformare in una resa dei conti la direzione del 21
marzo: «Non sia un esercizio di muscoli». «Noi siamo leali – conclude
Cuperlo – e appoggeremo Sala a Milano, Giachetti a Roma, Valente a
Napoli». Ma non sono escluse liste civiche federate per allargare il
campo a sinistra.