martedì 8 marzo 2016

La Stampa 8.3.16
L’Ue richiama l’Italia: conti a rischio anche con la massima flessibilità
L’Eurogruppo: il debito è alto e Roma ha adottato misure che aumentano il deficit Padoan: clima positivo in Europa. Moscovici: ma la sostanza è un po’ diversa
di Emanuele Bonini

I ministri dell’Eurogruppo richiamano il governo, come previsto. Anche nel caso in cui «dovesse essere garantita la massima flessibilità», si legge nelle conclusioni della riunione svoltasi ieri a Bruxelles, per l’Italia «rimarrebbe il rischio di deviazioni significative» dagli obiettivi di risanamento dei conti. Oltretutto, si fa notare, da novembre Roma «ha adottato misure che incrementano ulteriormente il disavanzo».
E’ la gestione del bilancio che preoccupa i partner con la moneta unica. Le stime della Commissione dicono che il deficit strutturale si deteriorerà di 0,7% nel 2016, quando dovrebbe migliorare dello 0,1%. Non è una buona posizione negoziale, sebbene - assicura il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan - stabilità e crescita restano le linee guida del governo: «Il nostro obiettivo è continuare con il sostegno alla creazione di occupazione da un lato e gestione responsabile delle finanze pubbliche dall’altro». Un colpo duro? Mannò. A suo avviso, è «molto positivo» il fatto che in Europa si è comunque preso atto che nel 2015 il debito si è stabilizzato e nel 2016 si ridurrà.
Sarà difficile per Roma evitare che oggi la Commissione Ue, riunita a Strasburgo, non firmi la lettera destinata ai Paesi a rischio di non conformità con gli obiettivi di aggiustamento di medio termine. Anche perché - ha sottolineato Pierre Moscovici, il commissario Ue responsabile per gli Affari economici - serve molto di più della distensione nei rapporti tra Roma e Bruxelles. «Stiamo disegnando un nuovo clima» nelle relazioni fra Italia e Europa, ha ammesso. Però «il clima è una cosa, la sostanza un’altra e a volte è un po’ diversa». Vuol dire che c’è la percezione che ci sono margini per migliorare.
L’indebitamento
L’Eurogruppo fotografa l’Italia nella condizione di «non rispettare la regola del debito nel 2015 e nel 2016», in base alla quale chi ha un rapporto debito/Pil superiore al 60% deve ridurre di un ventesimo l’anno la parte in eccedenza. I ministri dell’Eurozona attendono il giudizio di primavera della Commissione Ue. A maggio ci saranno le raccomandazioni specifiche per Paese, e in quell’occasione chi sarà fuori regola come potrebbe essere l’Italia ci saranno richiami o infrazioni. Padoan è impegnato a negoziare proprio con Bruxelles per trovare una soluzione ed evitare sorprese. Moscovici concede che alla fine «troveremo la soluzione che cerchiamo», sebbene i margini appaiano stretti, per la verità. Ma il confronto con la Commissione europea «è continuo e costruttivo», sostiene Padoan, che si dice «non preoccupato» per la lettera che potrà arrivare da Strasburgo perché, sostiene, «fa parte della procedura standard» previste nell’ambito monitoraggio delle politiche di bilancio. Secondo il ministro per l’Italia dunque «non c’è niente di nuovo». Però la flessibilità potrebbe non bastare. Soprattutto se la crescita non tiene.
La crescita più bassa
Proprio ieri l’agenzia di rating Fitch ha tagliato la stima del pil a +1% per il 2016 (da 1,3%) e a +1,3% (da +1,5%), per motivi “principalmente” legati al peggioramento delle condizioni economiche esterne.