martedì 8 marzo 2016

La Stampa 8.3.16
“Alex si crede un dio purificatore”
Chiesti 26 anni per l’uomo dell’acido
di Stefano Rizzato

«Questo processo è un viaggio attraverso il dolore di vittime segnate dal sadismo, dal narcisismo, dall’antisocialità». Il pm Marcello Musso sceglie parole dure, persino per un’aula di tribunale. E chiude la propria requisitoria con una richiesta record, per un processo senza omicidi e vittime: 26 anni di carcere. Ma Alexander Boettcher non è un imputato come tanti. Non è solo metà della «coppia dell’acido». Non è solo l’autore - insieme all’ex fidanzata Martina Levato - di una serie di aggressioni con l’acido avvenute a Milano, tra novembre e dicembre 2014. Per l’accusa, Alexander Boettcher è il leader di quella coppia. L’ispiratore dell’insensato piano di «purificazione dei maschi che avevano avuto rapporti sessuali con Martina». Un «sadico e psicopatico», «una persona che si atteggia a dio», «la rappresentazione del male»: così lo definisce il pm Musso.
Richiesta record
La matematica della richiesta è complessa, e anch’essa un viaggio nell’orrore. Sono undici gli anni chiesti per l’aggressione a Stefano Savi, sfigurato il 2 novembre 2014 per uno scambio di persona. Altri undici sono legati a una serie di aggravanti, per la «deformazione permanente del viso» subita dal ragazzo e per i motivi futili. Un altro anno è per la tentata aggressione a Giuliano Carparelli, che il 15 novembre 2014 schivò l’acido grazie a un ombrello. Un altro anno e mezzo per l’accusa di associazione per delinquere. Più altre aggravanti. A gennaio lo stesso processo, con rito abbreviato, ha già visto la condanna a 16 anni per Martina Levato. Mentre a giugno 2015 sia Boettcher che Levato sono stati condannati a 14 anni per il blitz contro Pietro Barbini. Per entrambi gli imputati il conto finale non sarà la semplice somma aritmetica. Sarà minore, e determinato in fase di esecuzione.
Difesa a sorpresa
Il pm è tornato anche sui video trovati nel cellulare di Boettcher, compresi quelli in cui «marchia a fuoco» Martina e le fa bere la sua urina. Su tutte le accuse, ha concluso il pm, l’imputato «ha mentito sistematicamente».
E sul punto dice molto anche la scelta difensiva degli avvocati del broker che ieri hanno chiesto di dichiarare «inutilizzabili» le dichiarazioni rese in aula da Boettcher. La motivazione: nessuno avrebbe avvertito l’imputato che le sue parole sarebbero state usate anche contro di lui. Gli avvocati hanno chiesto anche di non usare i materiali estratti dallo smartphone. E hanno posto una lunga lista di altre istanze. Tutte respinte dalla corte. Il processo riprenderà il 15 marzo, quando toccherà alle parti civili.