La Stampa 31.3.16
Mimmo U Curdu
di Massimo Gramellini
Per
il settimanale americano «Fortune» c’è un solo italiano nella lista
delle personalità che stanno cambiando il pianeta. Come è ovvio il suo
nome comincia per M, ma inopinatamente si tratta di un Mimmo. Mimmo
Lucano, detto U Curdu. Quando ne divenne sindaco, Riace era un paesino
esausto della Locride abitato da quattrocento anziani a cui avevano
tolto tutto, persino i Bronzi. Ma un giorno sbarcò un veliero di curdi e
il sindaco ebbe l’idea balzana di ospitarli nelle case abbandonate del
centro. Dopo 15 anni di cura-Mimmo, oggi Riace si ritrova duemila
residenti, un quarto dei quali sono stranieri che hanno riaperto le
botteghe artigiane di tessuti e ceramiche. Un modello di integrazione
studiato in tutto il mondo.
In Rete i connazionali di Mimmo hanno
salutato il riconoscimento internazionale con la generosità consueta. I
più moderati gli rinfacciano di avere confezionato il miracolo grazie ai
soldi pubblici (avrebbe fatto meglio a sperperarli come certi suoi
colleghi?). Altri sostengono che il plauso di «Fortune» è la prova di un
complotto mondialista per garantirsi manodopera a basso costo a spese
della popolazione locale (che a Riace era emigrata ben prima dell’arrivo
dei profughi). Ma la reazione più appassionante è stata quella della
politica. Silenzio assoluto, tranne Boldrini. Dagli altri Palazzi
nemmeno un tweet. Anche il governatore della Calabria ha ritenuto più
educato tacere. E non solo ieri. E non solo lui. Perché in questo Paese
che spende miliardi in consulenze di ogni risma, nessuno si è mai
degnato di chiedere un parere sul problema degli immigrati all’unico che
parrebbe averlo risolto.