La Stampa 27.3.16
Che fine ha fatto il teschio di Shakespeare?
Per
un documentario di Channel 4 esaminata con il radar la tomba del Bardo:
profanata probabilmente due secoli fa, sfidando la maledizione incisa
sulla lapide
di Vittorio Sabadin
Sulla
lapide della tomba di William Shakespeare nella Holy Trinity Church di
Stratford-upon-Avon non è stato inciso il suo nome, ma un invito in
versi a non toccare le ossa che quel sepolcro contiene. Un esame del
loculo effettuato con un radar in grado di penetrare il terreno ha però
permesso di scoprire che l’invito, pure accompagnato da una maledizione,
non è stato rispettato: la tomba è stata profanata probabilmente due
secoli fa, e il teschio di Shakespeare è stato rubato.
L’indagine
commissionata da Channel 4, che ha mandato in onda ieri sera in Gran
Bretagna un documentario sulla sepoltura del più grande poeta inglese,
ha permesso di sfatare alcune leggende che si tramandano da tempo:
Shakespeare non è sepolto in piedi come il suo amico e scrittore Ben
Jonson all’Abbazia di Westminster; il corpo non si trova a cinque metri
di profondità come si diceva, ma a 90 centimetri dalla superficie; è
avvolto in un lenzuolo e non rinchiuso in una cassa. Ma dove si sarebbe
dovuta trovare la testa del poeta ci sono segni di uno scavo e di terra
frettolosamente rimessa a posto. È visibile anche una strana «scatola»
di mattoni, della quale si ignora lo scopo.
La voce che il teschio
di Shakespeare fosse stato rubato era circolata già nel XVIII secolo,
un’epoca nella quale la violazione delle tombe era molto frequente.
«C’era l’abitudine - ha spiegato l’archeologo Kevin Colls, direttore del
progetto - di prelevare i teschi delle persone famose per analizzarli e
per scoprire le ragioni anatomiche del loro genio. Da questo punto di
vista il teschio di Shakespeare era un obiettivo molto appetibile».
Il
23 aprile si celebreranno i 400 anni dalla morte del drammaturgo, una
ricorrenza così importante da avere convinto il vicario della Holy
Trinity, Patrick Taylor, a concedere il permesso di esaminare con il
radar la tomba. La scritta sulla lapide maledice solo chi «muoverà le
mie ossa», e sembra dunque autorizzare uno scanner. «Ma non faremo altro
- ha detto Taylor - e rispetteremo la richiesta di Shakespeare di non
essere disturbato. Il mistero della sua tomba non sarà svelato, e non
sapremo mai che cosa esattamente contiene».