La Stampa 1.3.16
Scelta Civica, Verdini e Tosi
Al via i “moderati per Renzi”
Zanetti
lancia una convention: nuovo “cantiere” di tutti i centristi Denis
ospite d’onore, con un piede nella maggioranza: “Ma siamo liberi”
di Giuseppe Alberto Falci
Tornano
i «moderati», ma questa volta a sostegno di Matteo Renzi. Un tempo era
una idea vagheggiata da Silvio Berlusconi, adesso invece potrebbe
diventare realtà ad opera del vice ministro dell’Economia e segretario
di Scelta Civica Enrico Zanetti. Il tutto con la benedizione di Denis
Verdini. E si dice ci sia anche quella del premier. L’operazione sarà
ufficializzata il 19 marzo quando a Roma si terrà una convention per
riunire «tutte le siglette che stanno fuori da Forza Italia». E dove
l’ospite illustre sarà proprio il leader di Ala Verdini, già con un
piede dentro la maggioranza. Votare la fiducia al ddl Cirinnà, ha
spiegato ieri sera a Porta a Porta, è stato un atto «molto importante,
che ci compromette», in teoria, «significherebbe entrare nella
maggioranza», ma noi non siamo organici a «questa maggioranza, ma siamo
liberi e decidiamo in piena autonomia su ogni provvedimento del
governo».
In principio la kermesse del 19 avrebbe dovuto avere
come unico scopo quello di lanciare la campagna elettorale per le
amministrative con una lista «cittadini per l’Italia». Poi l’evolversi
degli eventi ha costretto gli organizzatori ad aggiungere un altro punto
all’ordine del giorno. Al via, dunque, parallelamente il lancio del
nuovo progetto chiamato «il cantiere dei moderati». «Un contenitore
politico - spiega a La Stampa il regista dell’operazione Zanetti - che
possa racchiudere al suo interno i laici di estrazione liberale con i
riformisti di tradizione cattolica». Tradotto dal politichese, tutte le
sigle che vanno da Ala a Scelta Civica, passando per il gruppo dei
tosiani. «Un percorso inevitabile», sostiene Verdini da Bruno Vespa.
«Riteniamo che ci sia una forte domanda di centro», dice il deputato di
Scelta civica Mariano Rabino, ufficiale di collegamento tra i centristi e
il gruppo Ala. È Zanetti a spiegare il posizionamento della nuova
creatura: «Restiamo terzi ma, di fronte al lepenismo di centrodestra,
guardiamo certamente al centrosinistra di Renzi».
L’Italicum, che
dà il premio di maggioranza alla lista più votata e non alla coalizione,
in realtà obbliga tutti i piccoli partiti alla grande ammucchiata per
superare la quota del 3%. Ma Zanetti rifiuta questa lettura: «Questa
operazione non è una mera somma di sigle ma la creazione di un’area
politica che già nel Paese esiste, che non ha numeri marginali e che nel
Parlamento può essere baricentrica». Il viceministro non fa mistero di
dialogare con Verdini: «In termini di prospettiva politica Ala dimostra
una chiarezza di progetto coerente». A conferma che l’operazione è ben
avviata si registrano incontri tra le delegazioni dei due gruppi.
Qualche giorno fa a «il Moro», ristorante romano di riferimento del
leader di Ala, una delegazione di Scelta Civica si è seduta a tavola con
l’ex plenipotenziario di Silvio Berlusconi. Un summit in cui è stata
fissata la road map che porterà alla nascita di un gruppo parlamentare
unico. Sarebbe infatti questa la meta finale. Il nome c’è già già: «I
moderati». Per Renzi, si intende. Ma se la dovranno vedere con il
parlamentare torinese Giacomo Portas, proprietario del simbolo «i
moderati», che se lo tiene stretto.