La Stampa 1.3.16
Buona Scuola, concorsone con polemiche
Il bando per i prof scade il 30 marzo. I sindacati: posto non garantito a tutti i vincitori, precari penalizzati
di Fla. Ama.
Dalle
otto di ieri mattina sono aperte le iscrizioni al concorso per futuri
prof previsto dalla Buona Scuola approvata dal governo Renzi lo scorso
luglio: un concorso più volte annunciato e altrettante volte rinviato.
Le
domande potranno essere presentate online fino alle 14 del 30 marzo.
«Si torna alla Costituzione: avremo un bando ogni tre anni, con cadenza
regolare», promette la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini.
Si
attendono cifre da kolossal: ci saranno tre bandi da 63.712 posti,
57.611 posti comuni e 6101 di sostegno. I bandi saranno tre, per
infanzia e primaria, per la secondaria di I e II grado e per il
sostegno.
Le domande presentate saranno oltre 400 mila, perché
ogni candidato presenterà almeno due domande. Ci vorranno 10 mila
commissari esaminatori, tutti ancora da selezionare, che saranno
suddivisi in 1.000 commissioni. Il compenso sarà tra i 400 e i 700 euro
totali per mesi di lavoro, secondo i calcoli del sito Tuttoscuola,
Il
concorso costerà circa 3 milioni di euro, ma lo Stato incasserà 4
milioni dai diritti di segreteria a carico dei candidati. Infatti, per
la prima volta, i candidati dovranno pagare un diritto di segretaria
pari a 10 euro.
Sarà il concorso delle «prime volte», secondo il
sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. «Per la prima volta un
bando specifico per il sostegno, per la prima volta nessuna prova
preselettiva, per la prima volta lo scritto interamente computer based.
Selezioneremo docenti dai quali dipende il futuro del nostro Paese».
Sarà
anche un concorso molto contestato. Il sindacato Anief denuncia
l’esclusione dei giovani laureati che non saranno «mai più assunti a
scuola». E promette battaglia nei tribunali: «hanno pieno diritto a
concorrere, faranno ricorso con noi». Il sindacato ricorda che una
«parte dei precari scorrettamente esclusi, almeno diecimila, insegnano
già stabilmente: fanno funzionare i nostri istituti e vengono nominati
attraverso le graduatorie d’Istituto. Altre migliaia sono supplenti
brevi», assunti con il cosiddetto «potenziamento», la fase C del piano
straordinario di assunzioni.
Saranno esclusi dal concorso anche i
precari non abilitati, i docenti di ruolo e gli abilitandi: nessuno di
loro potrà presentare la domanda. «Si vuole proporre ai docenti
abilitati un concorso che per i numeri riguarderà solo i docenti
interessati al turnover - è la critica mossa da Domenico Pantaleo,
segretario generale della Flc Cgil - e non garantirà il posto per tutti,
lasciando molti di loro senza lavoro. A ciò si aggiunge l’impianto
autoritario della legge 107 del 2015 che con la chiamata diretta da
parte dei dirigenti mette in discussione la libertà d’insegnamento e le
competenze dei docenti immessi in ruolo», prosegue la nota..
L’obiettivo
di Renzi, secondo Pantaleo, è «vanificare i diritti acquisiti dai
precari e riconosciuti dalla direttiva europea. È stato già presentato
nei mesi scorsi dalle organizzazioni sindacali unitarie un ricorso al
Tar contro le disparità del piano straordinario di assunzioni, il cui
esito si avrà nel maggio prossimo. Intanto proseguiremo una battaglia di
dignità, che ha un notevole valore sociale, per la mole di lavoro e
professionalità che vi è coinvolta».