La Stampa 11.3.16
Etruria, Bankitalia gela i risparmiatori
Parte il processo. Via Nazionale: “Noi unica parte civile”. L’ira dei consumatori
di Gianluca Paolucci
La
Banca d’Italia sostiene di essere l’unica parte civile ammissibile nel
procedimento per ostacolo alla vigilanza contro gli ex vertici di Banca
Etruria, negando di fatto la possibilità di costituzione di
risparmiatori e associazioni di consumatori. Il procedimento iniziato
ieri al tribunale di Arezzo contro l’ex presidente di Etruria, Giuseppe
Fornasari, l’ex Dg Luca Bronchi e il funzionario David Canestri è il
primo dei vari filoni d’indagine sul crac Etruria che arriva in
tribunale.
All’udienza, dedicata appunto alla costituzione delle
parti, hanno chiesto di essere ammessi 73 risparmiatori e varie
associazioni, oltre a Banca d’Italia. La procura, rappresentata dal
procuratore capo Roberto Rossi, ha espresso parere positivo alla
costituzione di parte civile dei risparmiatori e delle loro
associazioni. Mentre il legale di Bankitalia ha citato una serie di casi
di giurisprudenza nei quali questa costituzione non era stata
accettata. Una linea che ha scatenato le ire dei legali in aula per
rappresentare gli interessi di associazioni e singoli risparmiatori:
«Assolutamente irrituale», sostiene uno degli avvocati presenti in aula.
Il
giudice dell’udienza preliminare Anna Maria Loprete si è riservata di
decidere e ha aggiornato l’udienza al prossimo 13 aprile.
Fuori
dal tribunale è andata in scena la protesta dei risparmiatori aderenti
all’Associazione Vittime del salvabanche. La presidente
dell’associazione, Letizia Giorgianni, ha attaccato duramente gli ex
vertici dell’istituto, sostenendo che alcuni di loro avrebbero ceduto
quote societarie e immobili dopo il commissariamento dell’istituto per
evitare rivalse sui propri beni.
«Sono nullatenenti», ha spiegato
la Giorgianni riferendosi agli ex vertici di Etruria. Per questo
«abbiamo rinunciato a costituirci parte civile nei procedimenti che
potranno esserci a carico degli ex vertici di Banca Etruria», ha
aggiunto parlando con i giornalisti di fronte al tribunale.
La
presa di posizione delle Vittime del salvabanche ha trovato una sponda
politica in Giorgia Meloni. «Prima Renzi lo tutela con uno scudo nel
decreto salva banche, ora scopriamo che il papà del ministro Boschi
risulta essere praticamente nullatenente. In altre parole anche se la
giustizia riconoscesse lui e i suoi colleghi amministratori di banca
colpevoli di aver truffato i risparmiatori, il capo famiglia Boschi non
caccerebbe un euro di risarcimento. Per questo governo l’unica difesa
sempre legittima è quella dei propri parenti», ha dichiarato la
presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.