Il Sole Domenica 6.3.16
L’Europa del merito. Domenica Bueti
Cos’è il tempo? Lo scopriremo
di Gianluca Briguglia
«Che
cos’è il tempo?» è una domanda classica della filosofia. E non tra le
più semplici: «Se nessuno me lo chiede, so bene cos’è - afferma Agostino
in una pagina famosa -, ma a chi me lo chiede non so rispondere». Ma è
anche una domanda complicata per tutte le altre scienze, fisica,
astronomia, biologia. Domenica Bueti, neuroscienziata con grande
esperienza di ricerca internazionale, per esempio all’Eap di Losanna, è
stata ora premiata con un Erc Grant dell’Unione Europea per un progetto
di ricerca su come il cervello umano riconosce e controlla il tempo. Il
tempo non è tangibile, è un’astrazione, ha una sola irreversibile
dimensione: non si può toccare, non si può odorare, non si può vedere.
Non c’è una rètina del tempo, su cui possa imprimersi. O forse sì? Se i
sensi non lo percepiscono, tuttavia percepiscono la durata: un’immagine
in movimento, una nota, hanno una durata. È possibile che le aree della
corteccia cerebrale che decodificano i dati sensibili collaborino nel
percepire il tempo? Le teorie classiche pensano che certe aree del
cervello elaborino il tempo (e lo spazio) in modo quasi indipendente,
come se si trattasse di una sorta di “orologio generale”. L’ipotesi di
Bueti è che questo orologio generale interagisca con altri piccoli
orologi, legati ai sensi specifici, localizzati nelle aree visive,
tattili, olfattive del cervello. Esiste una topografia cerebrale del
tempo? Bueti e i suoi ricercatori lavoreranno a quest’ipotesi alla Sissa
di Trieste.