Il Sole 6.3.16
Centrosinistra. Occhi puntati sull’affluenza -
Per il Campidoglio nel 2013 votarono in 100mila, quota difficile da
raggiungere oggi per la rottura a sinistra
Primarie Pd, incognita astensione
Appello di Renzi al voto: siamo gli unici a farle
Test in sei capoluoghi: a Roma sfida Giachetti-Morassut
di B.F.
Roma
Ancora una volta la principale incognita, prima ancora della scelta dei
candidati sindaco, è il numero dei partecipanti alle primarie del
centrosinistra. L’attenzione è concentrata soprattutto su Roma e Napoli,
due città in cui lo scontro all’interno del Pd e del centrosinistra
potrebbe riflettersi negativamente sulla partecipazione. La paura più
grande è insomma il possibile flop ai banchetti, mai così numerosi,
allestiti nelle città (esclusa Milano dove le primarie si sono svolte un
mese fa) in cui a giugno si voterà per il rinnovo dell’ammimistrazione
municipale.
Il primo ad esserne consapevole è Matteo Renzi che non
a caso ieri ha rilanciato l’appuntamento facendo leva sull’orgoglio:
«Buone Primarie ai cittadini di Roma, Napoli, Trieste (e non solo) che
domani potranno scegliere il proprio candidato sindaco andando ai
gazebo. Il Pd - da sempre - coinvolge, partecipa, discute in modo aperto
dei propri candidati. A voi la scelta, amici! Che vincano i migliori».
Un messaggio ribadito anche dal presidente del Pd Matteo Orfini: «Noi
vogliamo fare così le scelte importanti, attraverso la partecipazione e
il confronto con i nostri elettori. Altri preferiscono accordi
spartitori siglati nelle ville di Berlusconi o consultazioni farsa come
quelle del M5S, che servono solo a selezionare qualche burattino, che
poi risponde agli interessi privati di Casaleggio e non agli elettori».
Nella
Capitale, nonostante le sei candidature, la sfida è tra Roberto
Giachetti, ex capogabinetto di Francesco Rutelli e ritenuto il candidato
«renziano», e Roberto Morassut, ex assessore all’Urbanistica della
giunta Veltroni.
Al momento Giachetti viene dato in pole position.
Ma al di là di chi sarà il vincitore per il Pd la strada verso il
Campidoglio è decisamente in salita. La rottura a sinistra con Sel e Si
che hanno già candidato l’ex Pd Stefano Fassina e l’incognita dell’ex
sindaco Ignazio Marino che sembra in procinto di ricandidarsi rischiano
infatti di far mancare voti determinanti.
La partecipazione di
oggi alle primarie sarà un indicatore utile anche a capire il grado di
affezione (o disaffezione) degli elettori. La volta scorsa i votanti
furono circa 100mila, un risultato che se confermato verrebbe oggi
battezzato come un grande successo. Anche perché in quel caso partecipò
l’intero centrosinistra mentre oggi Sel bolla le primarie come «un passo
indietro» e Fassina definisce i candidati tout court «espressione di
Renzi». Giachetti, che nei giorni scorsi è stato al centro delle
cronache per il possibile appoggio (poi smentito) dei verdiniani, ieri
ha concluso la sua campagna in periferia, a Corviale. Stessa scelta
periferica anche per Morassut che si dice convinto di una competizione
«molto aperta».
Anche a Napoli la situazione è tutt’altro che
rosea. Nel capoluogo campano sono 4 i partecipanti alle primarie, ma la
sfida vera è tra l’ex sindaco-governatore Antonio Bassolino, mai
digerita dai vertici del partito, e Valeria Valente, 40 anni, avvocato e
deputata Pd, ex assessore al Turismo della giunta di Rosa Russo,
esponte di punta dei Giovani turchi, la corrente guidata da Orfini e dal
ministro della Giustizia Andrea Orlando. Bassolino ha chiuso la
campagna elettorale in polemica con il suo partito: «La città di Napoli
deve essere rispettata da tutti, anche dal Pd. Il candidato sindaco non
si decide a Roma ma qui», con riferimento all’ostilità nei suoi
confronti. Immediata la replica di Valente: «Sono d’accordo, si decide a
Napoli, infatti pur potendo evitare le primarie abbiamo deciso di
farle». Il rischio vero però è che il candidato del Pd, chiunque sia,
non ce la faccia neppure ad arrivare al ballottaggio. Qui la partita non
è a 3 (centrosinistra, centrodestra, grillini) ma a 4 perchè c’è anche
il sindaco uscente Luigi De Magistris che secondo alcuni sondaggi è già
ampiamente in testa.