Il Sole 2.3.16
«Europa sull’orlo di una crisi umanitaria»
di Beda Romano
Bruxelles
Mai come in questi giorni - a meno di una settimana da un prossimo
vertice europeo - l’emergenza rifugiati appare così grave.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha avvertito che l’Europa è a
rischio di una crisi umanitaria. La Commissione europea presenterà
proprio oggi un atteso pacchetto di misure per venire incontro alla
difficilissima situazione nei Balcani, dove migliaia di rifugiati si
stanno ammassando alla frontiera tra la Macedonia e la Grecia in
condizioni drammatiche.
«L’Europa è sull’orlo di una grande crisi
umanitaria autoindotta», ha spiegato ieri durante un punto-stampa a
Ginevra Adrian Edwards, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni
Unite per i rifugiati.
«Le condizioni di sovrapopolazione stanno
comportando una mancanza di alimenti, di coperte, acqua e sanitari. Come
abbiamo visto ieri (lunedì per chi legge, ndr) le tensioni si
moltiplicano, provocando violenze e rafforzando la mano dei trafficanti
di persone».
L’organismo internazionale ha spiegato che vi è
necessità di aiuti materiali per almeno 24mila persone assiepate al
confine greco-macedone. Da alcuni giorni Skopje ha deciso di bloccare
l’ingresso al territorio nazionale a molti migranti provenienti dal
Vicino Oriente. La decisione è giunta dopo che più a Nord la stessa
Austria ha deciso di contingentare l’ingresso. Gli immigrati respinti
nei Balcani occidentali si stanno ammassando in Grecia, il paese che si
sta trasformando in un enorme campo-profughi.
Non per altro, il
governo greco ha chiesto ieri ufficialmente alle autorità comunitarie
aiuti per accogliere fino a 100mila migranti. Atene ha stimato a 480
milioni di euro le sue necessità finanziarie. «Non siamo in grado di far
fronte a tutti i rifugiati che arrivano – ha spiegato il portavoce del
governo greco Olga Gerovassili –. Abbiamo presentato alla Commissione
europea un piano d’urgenza». Finora la Grecia pensava di dover
accogliere tra le 50 e le 70mila persone.
L’esecutivo comunitario,
che ieri si è detto «molto preoccupato» per gli avvenimenti alla
frontiera greco-macedone dove i rifugiati sono anche vittime di
violenze, deve presentare oggi un programma di aiuti con il quale venire
incontro ai problemi dei paesi della regione, in particolare i paesi
membri dell’Unione. La decisione giunge dopo che durante l’ultimo
vertice europeo i Ventotto avevano chiesto alla Commissione di trovare
soluzioni a una crisi umanitaria, allora incipiente, oggi reale.
Secondo
il Wall Street Journal, il pacchetto di aiuti potrebbe essere di 700
milioni di euro su tre anni. Ieri Bruxelles non ha voluto commentare.
Dal canto suo, il governo greco ha spiegato che l’esercito ha costruito
cucine da campo nel Nord del paese per garantire pasti a 10mila persone
al giorno. L’urgenza sta scoppiando a meno di una settimana da un nuovo
vertice europeo dedicato all’emergenza rifugiati e al rilancio di un
accordo con la Turchia che dovrebbe contribuire a frenare gli arrivi di
rifugiati in Europa.
L’incontro del 7 marzo è stato voluto dalla
cancelliera Angela Merkel - che venerdì vedra il presidente francese
François Hollande a Parigi - alla ricerca di occasioni per rassicurare
una Germania che nel 2015 ha accolto oltre un milioni di rifugiati. A
questo proposito, la Corte europea di Giustizia ha pubblicato ieri una
sentenza nella quale ha precisato che un paese non può imporre il luogo
di residenza a un migrante, salvo in presenza di «difficoltà
d’integrazione». La Corte si è espressa sulla scia di un ricorso
presentato da due cittadini sirani arrivati in Germania nel 1998 e nel
2001.
La magistratura comunitaria ha notato che le persone dotate
di permesso di soggiorno hanno in effetti libertà di movimento sul
territorio nazionale, ma ha precisato che le autorità possono imporre
l’obbligo di residenza nel caso di difficoltà d’integrazione. Così
decidendo, la Corte sembra permettere nei fatti che Berlino – con
l’obiettivo di evitare la formazione di ghetti – continui a distribuire
d’autorità i migranti su tutto il territorio tedesco . Il governo
federale ha accolto positivamente la sentenza.