Il Sole 24.3.16
Berlino aumenta la spesa pubblica
Il budget 2017. Un incremento di 31 miliardi nei prossimi quattro anni
L’impegno di Schäuble: bilancio sempre in pareggio
Le risorse serviranno soprattutto a finanziare il piano di accoglienza dei rifugiati
In aumento del 6,8% anche la spesa per la difesa.
di Alessandro Merli
Francoforte
Il Governo tedesco ha confermato ieri di voler mantenere il bilancio in
pareggio fino al 2020, un proposito immediatamente criticato dalle
istituzioni europee, dagli osservatori di mercato e da parte della
stessa coalizione di maggioranza come non sufficientemente espansivo,
soprattutto nel promuovere gli investimenti pubblici.
Dopo aver
ottenuto il pareggio di bilancio nel 2014, il cosiddetto “schwarze
Null”, o zero nero, per la prima volta dal 1969, e averlo confermato
negli anni successivi, il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble ha
annunciato ieri nel progetto di legge finanziaria per il 2017 di voler
chiudere ancora una volta i conti senza l’assunzione di nuovo debito
netto l’anno prossimo e negli anni successivi fino al 2020. «Manteniamo
la parola», ha dichiarato Schaeuble, per cui il bilancio in pareggio è
diventato secondo alcuni, compreso qualcuno dei suoi alleati
socialdemocratici, “un feticcio”, secondo altri l’elemento decisivo per
consegnare alla storia il suo mandato di responsabile delle finanze
federali.
L’ottimo andamento del mercato del lavoro e dei consumi
interni, che genera un aumento delle entrate tributarie, consente a
Berlino di mantenere i conti in pareggio pur aumentando la spesa
pubblica, che passerà da 316,9 miliardi di euro nel 2016 a 325,5
miliardi nel 2017, un incremento per la verità relativamente modesto del
2,7%. Entro il 2020, la spesa crescerà di 31 miliardi di euro rispetto a
quest’anno.
Una voce importante è l’incremento della spesa per
l’accoglienza dei rifugiati. Questa aumenterà da 8 miliardi di euro
quest’anno a 10 miliardi il prossimo, anche se si prevede che il numero
scenderà da oltre un milione lo scorso anno a 800mila nel 2016 e 600mila
nel 2017. Nel 2018, Schaeuble ritiene di dover tagliare altre spese per
6,7 miliardi di euro per compensare la spesa per i rifugiati e
mantenere comunque il bilancio in pareggio. Secondo lo stime dei
cosiddetti “saggi”, gli economisti consulenti del Governo, solo 360mila
rifugiati, a causa della lentezza delle procedure di asilo, si
affacceranno al mercato del lavoro tedesco entro la fine del 2017, ma
inizialmente 250mila andranno a ingrossare le fila dei disoccupati e
solo 110mila troveranno lavoro, per la maggioranza in occupazioni non
qualificate. La disoccupazione è quindi destinata a crescere dal 6,4%,
il minimo dalla riunificazione della Germania nei primi anni 90, al 6,7%
l’anno prossimo.
Il costo dell’accoglienza ai rifugiati è stato
indicato da alcuni osservatori come una delle cause della reazione
populista alle politiche di apertura del cancelliere Angela Merkel e del
successo di Alternative fuer Deutschland, il partito anti-immigrati,
nelle elezioni regionali di due settimane fa in tre Laender. Anche per
questo, i socialdemocratici della Spd, il partner minore della grande
coalizione di Governo, avevano insistito per un aumento della spesa per
il welfare per il resto della popolazione. Le loro richieste sono state
solo in parte accolte dalla politica del rigore di Schaeuble, ma la
spesa per il welfare, comprese le pensioni, è stata comunque aumentata
del 6,8% e continuerà a salire, come percentuale del prodotto interno
lordo, fino al 2020.
Il ministro ha anche sostenuto che il Governo
continuerà a investire in infrastrutture, educazione e ricerca: 3
miliardi di euro addizionali sono stati assegnati a strade, ferrovie e
telecomunicazioni a banda larga nel 2017 e nel 2018, ma questa spesa
verrà poi ridimensionata negli anni successivi. In una prima risposta
alla proposta di bilancio della Germania, il vicepresidente della
Commissione, Valdis Dombrovskis, ha osservato che «la necessità di
stimolare l’investimento potrà essere ancora fra le raccomandazioni» che
la Commissione formulerà a maggio, un modo per dire che l’annuncio del
Governo è insufficiente. Di questo avviso anche diversi centri studi
tedeschi e osservatori di mercato. Secondo Jessica Hinds, di Capital
Economics, l’intransigenza fiscale di Berlino contrasta con le «buone
ragioni per allentare i cordoni della borsa»: la crescita modesta e
destinata a rallentare (i “saggi” hanno tagliato le previsioni per il
2016 da 1,6 a 1,5% e la crescita dovrebbe restare attorno a questi
livelli fino al 2020); l’investimento pubblico basso rispetto alle altre
grandi economie europee e «ce n’è un disperato bisogno»; il costo del
denaro ai minimi storici, che fa sì che questo sia il momento migliore
per indebitarsi per investire per il futuro. I piani di bilancio
costituiscono un «piccolo programma di stimolo», ha detto Holger
Schmieding, della banca d’investimento Berenberg.