giovedì 24 marzo 2016

Repubblica 24.3.16
Archeologia nasce l’istituto fantasma
Dario Franceschini ha varato un decreto che istituisce l’Istituto centrale per l’Archeologia
di Francesco Erbani

Varato il decreto, ma senza annunci ufficiali del ministro Lo guiderà un soprintendente
Avvolto da una certa vaghezza, è stato partorito l’Istituto centrale per l’archeologia. Un po’ in sordina, per la verità, rispetto agli annunci del ministro Dario Franceschini, il quale contava di attenuare così le critiche che gli archeologi avevano lanciato contro la riorganizzazione del ministero e la soppressione di soprintendenze archeologiche e direzione generale delle antichità.
Un decreto è stato varato nella serata di lunedì scorso. Ma tuttora sul sito del ministero compare solo una riga con poche informazioni rimandando le altre a dopo che il decreto sarà registrato dalla Corte dei Conti. Unico dettaglio: l’istituto non sarà guidato da un dirigente di prima fascia, bensì di seconda. Quindi un soprintendente, non un direttore generale oppure, se verrà dall’esterno, non un professore ordinario. Al ministero spiegano che seguirà un secondo decreto che fisserà compiti e competenze (al momento, però, tutte da scoprire).
Ma perché tanto low profile?
Se lo chiedono in molti al ministero e anche nella direzione generale per l’educazione e la ricerca presso la quale l’istituto è stato alloggiato. E dove non erano al corrente che il decreto fosse in arrivo. Fatto sta che il malumore non si è placato. Anzi. Appena una decina di giorni fa il ministro aveva fornito a una delegazione di archeologi l’assicurazione che la nascita dell’istituto sarebbe stata preceduta da una consultazione. Che, a detta di molti, non c’è stata.
La notizia del decreto è trapelata ieri durante un incontro promosso dal Comitato per la bellezza, dall’associazione Bianchi Bandinelli e dall’Assotecnici. Tema: la riforma Franceschini. Sulla quale sono piovute le critiche di Vittorio Emiliani, Pier Giovanni Guzzo, Maria Vittoria Clarelli, Paolo Liverani e Paolo Berdini. E di Antonio Paolucci, ora direttore dei Musei Vaticani, già ministro dei Beni culturali e per molti decenni dirigente del ministero.
L’incontro faceva seguito a un’assemblea promossa da Guzzo alla quale hanno partecipato oltre duecento fra archeologi, storici dell’arte e architetti provenienti dal ministero e dalle università. Nel documento finale si contesta il varo dell’Istituto centrale di archeologia e si chiede al ministro di sospendere l’attuazione della riforma.