il manifesto 24.3.16
Israele
È questa l’«unica democrazia» del Medio Oriente
Le
accuse di spionaggio al gruppo di militari di «Rompere il silenzio» che
testimoniano i crimini contro i palestinesi, rivela l’alleanza
nazional-fondamentalista che, intorno a Netanyahu, oggi governa a Tel
Aviv
di Zvi Schuldiner
Mi ha telefonato
un’attivista del gruppo Machsom Watch, che non sapeva quando sarebbe
rientrata a casa perché era stata «trattenuta» dalla polizia, non
arrestata, tanto però da impedirle di muoversi per tre ore…perché? Le
attiviste del Machsom Watch si recano con regolarità al posto di blocco
di Calandia e con la loro presenza cercano di aiutare i palestinesi a
passare, documentando gli abusi compiuti dall’esercito e dalla polizia.
Non
c’è stato un comunicato sulle ragioni del fermo dell’attivista, ma
l’episodio è una dimostrazione evidente dell’ambiente ostile e delle
direttive problematiche emanate da tutti gli organismi di sicurezza in
Israele. Il governo lancia costantemente un messaggio ben preciso a
quegli israeliani che cercano di difendere i diritti più elementari
della popolazione palestinese sotto occupazione. Nel caso di cui sopra,
le persone trattenute sono poi state lasciate andare, ma ci sarà
un’inchiesta per aver «disturbato l’attività di polizia»!
Una «nuova» trappola
Non
c’è nulla di sorprendente. L’ultradestra ha appena «festeggiato» una
nuova trappola ideata da un gruppo le cui origini e forme di
finanziamento sono tuttora oscure. Si chiama «Finora» e il suo obiettivo
è difendere il buon nome del paese, macchiato «da ogni sorta di
organizzazioni che si dicono paladine dei diritti umani ma sono
finanziate da paesi stranieri per diffamare Israele». Un «agente» del
gruppo si è infiltrato in Shobrim Shtika (Rompere il silenzio) ed è
stato segretamente filmato mentre in un incontro con uno degli attivisti
del gruppo cerca di convincerlo che ha informazioni di prima mano a
proposito di fatti che accadono alla frontiera con la Siria. L’attivista
gli risponde che Shobrim Shtika si occupa solo dei territori occupati
in Cisgiordania e dei fatti occorsi durante la guerra contro Gaza.
L’agente di Finora insiste.
Alla fine dell’incontro l’attivista
gli dice che appunto la questione è chiusa, ma che è disposto ad
ascoltare, ma che le parole che seguiranno non saranno registrate da
Shobrim Shtika e non faranno parte delle campagne del gruppo. Tuttavia,
tanto basta a far passare il video a Canal 2, il più seguito in Israele.
La
cosa viene messa in questi termini. Succedono cose gravi: Shobrim
Shtika raccoglie segreti di Stato da diffondere poi a livello mondiale.
Tutti reagiscono come ci si aspetta: il primo ministro Netanyahu e il
ministro della difesa Yaalon dispongono un’inchiesta sul gruppo per
decidere se non debba essere dichiarato illegale. Spionaggio!
Tradimento! Metteteli in galera! Rendeteli illegali! Sono pagati dai
paesi europei! In poche ore sono fioccate condanne, denunce e
un’alluvione di patriottismo, anche da parte del «centro» e della
«sinistra moderata».
Alle elezioni del 2013 Yair Lapid, noto
commentatore televisivo, dal discorso sempre moderato e sempre
sprovvisto di contenuti reali, aveva saputo usare il malcontento delle
manifestazioni popolari del 2011 e l’antipatia rispetto alle forze
clericali ed era apparso come la grande promessa del centro moderato.
Dopo la sconfitta alle ultime elezioni del 2015, egli cerca di
accreditarsi come patriota responsabile, prega e si rende simpatico ai
partiti religiosi, usa la peggior retorica della destra per guadagnare
voti.
È l’opportunismo di chi capisce bene che in questo periodo
di grande tensione e attacchi terroristi nel mondo è meglio presentarsi
come fascisti piuttosto che come pacifisti. Anche nel partito laburista
si levano le voci delle «persone responsabili»: della serie…siamo
oppositori di Netanyahu però…l’esercito, la patria…lo spionaggio…le
leggi da rispettare..!
Il gruppo «Finora» è avvolto nell’oscurità e
non è dato sapere chi lo finanzi. Né si sa se abbia connessioni con
elementi dei servizi segreti. Comunque oggi in Israele è facile
trasformare una evidentissima provocazione in un caso di patriottismo,
evocando il tradimento alla patria, lo spionaggio. Sono stati in pochi
davvero a dire che si è trattato di una farsa. Niente da fare:
condannare Shobrim Shtika è chic.
Negli ultimi sei mesi è
diventato chiaro il nesso fra l’impasse provocata dagli attacchi di
bambini e giovani palestinesi e la politica del governo israeliano. Il
premier Netanyahu e i suoi alleati si sono imbarcati in un duplice
progetto: da una parte rendere impossibile il processo di pace – creando
la disperazione che poi porta tanti giovani palestinesi agli attacchi
suicidi – e dall’altra usare la paura per distruggere man mano gli
elementi che ancora rimangono di una società democratica.
Etnocrazia, demagogia e menzogna
Democrazia
è qualcosa di molto diverso da etnocrazia, cioè democrazia per gli
ebrei mentre i cittadini palestinesi israeliani e ovviamente i
palestinesi dei territori occupati sono ormai solo un ostacolo per i
disegni dell’alleanza nazional-fondamentalista che oggi regna in
Israele. La demagogia e la menzogna regnano e il degrado delle
istituzioni non ha soste. Dopo gli attacchi dei palestinesi costati la
vita a 35 israeliani, sono stati uccisi fra 200 e 220 palestinesi: non
solo quelli che avevano preso parte agli attacchi, ma anche chi era
sospettato di aver partecipato, o persone che qualche patriota
israeliano ha considerato sospette in quanto arabe. La paura alimenta il
grande appoggio alla politica demenziale della destra israeliana e
tutto è giustificabile. Un linciaggio? Beh, ci voleva uccidere. Uso di
armi da fuoco davanti a bambini? Stavano per lanciare pietre o peggio.
Attacco
a Istanbul. Tre israeliani uccisi. Grande sfoggio di retorica da parte
del nostro egregio premier il quale dichiara: «Il terrorismo semina
morte nel mondo. Israele è schierata sul fronte della guerra contro il
terrorismo globale. Questa è prima di tutto una battaglia militare, ma
anche morale. La chiave per la guerra morale contro il terrorismo è
mettere in chiaro che il terrorismo, l’assassinio di innocenti non è
giustificato in nessun luogo, a Istanbul come in Costa d’Avorio o a
Gerusalemme».
Per qualche ragione, Netanyahu dimentica che
nell’ultima guerra a Gaza le forze israeliane hanno assassinato più di
2.300 palestinesi…e se anche mille fossero stati «terroristi di Hamas»,
anche a quel contesto si sarebbe dovuta applicare la teoria del primo
ministro contro il terrorismo, nella forma del terrorismo di Stato.
In
un’intervista a una televisione europea, il famoso scrittore David
Grossman ha riassunto la terribile situazione nella quale si trova il
paese, sotto l’egida del fanatismo nazional-fondamentalista. E quando
gli è stata rivolta una domanda circa la proposta avanzata dalla
ministra della cultura, di introdurre la questione della lealtà (alla
patria, all’ideale sionista) come criterio per il sostegno finanziario
ad attività culturali, Grossman ha tagliato corto affermando che l’idea
del controllo della lealtà «è fascista».